Il progetto site-specific di Francesco Vezzoli per il Museo Correr di Venezia
Musei delle Lacrime
Risale a quasi trent’anni fa l’idea da cui trae origine Musei delle Lacrime, il progetto creato da Francesco Vezzoli per il Museo Correr di Venezia. Da decenni, infatti, l’artista originario di Brescia ricama lacrime su capolavori del passato, innescando con essi un dialogo dal sapore fortemente attuale. La mostra, curata da Donatien Grau e promossa da Fondazione Musei Civici di Venezia e Venice International Foundation, suggerisce di individuare nell’arte contemporanea uno strumento per valorizzare il patrimonio artistico veneziano, qui rappresentato dalla collezione del Museo Correr, che accoglie le opere storiche e recenti realizzate da Vezzoli.
A chiarire i contorni e le finalità dell’intervento è Luca Bombassei, presidente di Venice International Foundation, organismo nato per salvaguardare e promuovere i tesori artistici della città: “È con grande entusiasmo che abbiamo affidato a Francesco Vezzoli la commissione per un progetto di arte contemporanea in grado di dialogare in maniera armoniosa con gli spazi iconici del Museo Correr. Puntando i riflettori sui preziosi tesori che il museo custodisce, l’intervento rafforza l’impegno di Venice International Foundation nella promozione dell’innovazione artistica e nella valorizzazione del patrimonio culturale veneziano, obiettivo cardine della fondazione sin dalle sue origini”.
Vezzoli interagisce con l’allestimento modernista messo a punto da Carlo Scarpa per i dipinti e le sculture del Museo Correr, datati fra il XIII e il XVII secolo, omaggiando il doppio ruolo che Venezia riveste da secoli: testimone della storia e fucina della contemporaneità.
Come spiega Vezzoli, “immergersi nelle sale del Museo Correr, con i suoi capolavori incastonati nello scheletro disegnato da Carlo Scarpa, è un vero e proprio viaggio nella storia di Venezia – una storia in cui il contemporaneo e il patrimonio non sono in contraddizione, ma possono anzi arricchire insieme la percezione che si ha della vita in modi mai immaginati prima, in cui gusto e contesto possono essere rimessi in discussione”. Gli strumenti usati da Vezzoli per azzerare i confini tra le epoche sono le lacrime, scarsamente presenti nelle opere che costellano l’universo artistico. Ponendo l’atto di piangere al centro della scena grazie alla tecnica del ricamo – che lo stereotipo attribuisce alla sfera femminile –, Vezzoli scardina preconcetti e luoghi comuni, offrendo una intelligente alternativa all’impostazione maschio-centrica che domina da sempre la storia dell’arte.
Arianna Testino