Art e Dossier

Jannis Kounellis

categoria: Mostre
11 marzo – 30 aprile 2016
Parigi, Francia
Monnaie de Paris

Non è rimasto deluso il folto gruppo di invitati, fra i quali molti giovani, anche italiani, all’inaugurazione della mostra parigina di Jannis Kounellis, il 10 marzo. Nel fastoso edificio della Monnaie, affacciato sulla Senna, l’artista italiano (nato nel Pireo nel 1936, ma da sessant’anni in pianta stabile a Roma), è arrivato “a mani vuote”, qualche mese fa, invitato dalla curatrice (sempre italiana), Chiara Parisi, e ha "forgiato" una serie di opere di grande suggestione, come sempre, in un percorso di dieci sale al piano superiore. Nel salone più grande, la Salle Guillaume Dupré, troneggiano otto giganteschi cavalletti di ferro sui quali sono appoggiate placche di acciaio, con impressa la data di nascita di otto maestri del passato, fondamentali per l’ispirazione dell’artista. Ci si aggira curiosi, nello stesso ambiente che dialoga con gli affreschi della volta, attorno a un coltello appoggiato in una bacinella piena d’acqua, dove vagano due poveri pesciolini rossi. Al centro della sala, una grata, o meglio un’enorme graticola, sulla quale sono accese decine di fiammelle, e un letto da campo con sei ratti (vivi) in gabbia (ricordate i cavalli che Kounellis espose tanti anni fa?) Spettacolo che a parole non rende, ovviamente, l’intensità dell’installazione. Via via, nell’infilata delle altre stanze, alcuni topoi dell’opera kounelliana, tutti perfettamente adattati ai locali che si affacciano sulla rive gauche, con vedute spettacolari. Fra questi, nella Salle Babut de Rosan, una luminosa vetrina a esedra con una serie ordinatissima di coltelli (tema ricorrente anche in altre installazioni). Nella Salle Antoine, la celebre placca di ferro (del 1969), con la scritta Libertà o Morte, W. Marat W. Robespierre. Abbiamo assistito anche alla bella performance “Da inventare sul posto”, che Kounellis aveva realizzato la prima volta a Roma, nel 1972, per la mitica Galleria L’Attico. Una ballerina classica, in tutu, danza mentre un violinista suona un brano di Stravinskji dal “Pulcinella”. Sulla parete di fondo un grande quadro rosa con le note musicali del brano in questione, e, in contrasto con la soffusa dolcezza della scena, alla parete laterale cinque ganci di ferro cui stanno appesi ruvidi mantelli cucini uno all’altro. Per comprendere Kounellis e questa mostra va innanzitutto considerato che niente, nella sua opera, è casuale, niente è stato concepito con intenti specificamente teatrali, neppure nel caso della ballerina con il violinista. "Ho volute semplicemente fare qualcosa che scuotesse gli animi e i tempi esigevano questo tipo di linguaggio; è il mezzo espressivo di per se che è teatrale", scrive l'artista.  Per approfondire la poetica di questo grande maestro dell’arte povera, un catalogo documenta l’evento e le opere. Da non perdere se si è Parigi.

Gloria Fossi