La Bella principessa lavorava in un supermercato?
Nel 1998 la notizia fece subito il giro del mondo: un anonimo collezionista si era aggiudicato per 21.850 dollari a un’asta di Christie’s a New York un dipinto, rivelatosi in seguito di Leonardo da Vinci. Numerosi studiosi di fama mondiale certificarono questa attribuzione, primo fra tutti Martin Kemp, dell’Università di Oxford, che pubblicò anche un libro sull’argomento. L’effetto fu immediato: il valore del quadro schizzò alle stelle, raggiungendo la cifra record di 150 milioni di euro… Anche in Italia, più recentemente, il dipinto è stato esibito in diverse esposizioni, senza peraltro che ne venisse messa in dubbio la paternità leonardesca. Unica voce fuori dal coro, quella di Carlo Pedretti, massimo esperto del maestro vinciano, che sin da subito ne ha contestato l’attribuzione in base a vari elementi formali e di contenuto. Infine il clamoroso epilogo della vicenda. Domenica 29 novembre sul “Sunday Times” è apparsa l’anticipazione della pubblicazione di un libro di Shaun Greenhalgh, falsario di professione, noto per aver piazzato numerosi quadri “d’autore” (e per averne pagato le conseguenze con qualche anno di galera). In poche parole questo artista del falso spiega come, procuratasi una pergamena originale del Cinquecento, avrebbe eseguito il disegno ruotando il foglio di 90 gradi per imitare la mano mancina Leonardo Da Vinci. L’inchiostro invece sarebbe stato ottenuto grazie a un procedimento particolare e con l’uso di sostanze vegetali opportunamente trattate. Inoltre, la ragazza ritratta non sarebbe Bianca Sforza, ipotesi avanzata da alcuni, ma, un po’ meno poeticamente, la cassiera di un supermercato inglese. Si teme che la confessione del britannico possa rivelarsi semplicemente una trovata pubblicitaria per il lancio del suo libro, ma alla sfida lanciata da alcuni di provare le sue affermazioni Greenhalgh ha risposto di essere in grado di replicare l’opera. Certo, in questo caso il dipinto potrebbe avere un valore decisamente inferiore rispetto all’attuale quotazione.
Dario Dondi