Art e Dossier

La potenza della storia. Richard Avedon da Gagosian

categoria: In galleria
12 marzo – 17 maggio 2025

Richard Avedon. Italian Days

Roma
Gagosian

«My job was to do identity photographs. I must have taken pictures of one hundred thousand faces before it occurred to me I was becoming a photographer»*.

In un presente sconvolto dalla follia dei conflitti militari, è significativo notare come la carriera di uno dei più importanti innovatori nel campo del ritratto fotografico abbia inizio al servizio della Marina Mercantile Statunitense, incaricato di realizzare identity photographs. Subito dopo il conflitto mondiale Richard Avedon è in Italia, nelle vesti di fotografo freelance. Gagosian racconta quel fondamentale periodo di passaggio, che porta alla nascita della ricerca estetica dell’artista di New York City, attraverso la mostra Italian Days. Presentata al pubblico grazie a un attento allestimento curato da Cécile Degos, il progetto espositivo – fruibile fino al 17 maggio 2025 negli spazi romani della galleria – offre ai fortunati fruitori fotografie realizzate nelle strade di Roma, della Sicilia e di Venezia, che dialogano con celebri ritratti di figure iconiche, mostrando le peculiarità esecutive di uno stile unico e rivoluzionario.

In mostra, oltre alle più famose immagini dell’artista, diciotto scatti provenienti dalla serie Italy (1946-48) e alcune istantanee del 1946, che ritraggono Zazi, una performer di strada romana resa immortale dal fotografo.

La scelta curatoriale conduce a una narrazione realizzata tramite accostamenti diacronici e successioni inattese, che ben evidenziano le volontà tecniche e le necessità espressive dell’artista. Le immagini mostrano in maniera chiara la dicotomia fra la bellezza e la devastazione che caratterizzava una penisola duramente colpita dal conflitto, sconfitta ma ricca di potenti vicende umane, di una resilienza della cultura ferita ma mai doma.

È forse in Italia che Avedon dà vita a quel confronto dialettico che ritroveremo in tutti i suoi ritratti, a quella necessità di intraprendere una profonda interazione con il soggetto per poterlo staccare dal tempo, mostrando lo spirito profondo delle persone e le loro emozioni più sincere.

In mostra è chiara la relazione fra gli scatti degli anni Quaranta e i lavori realizzati nei decenni successivi, all’interno di una crescita dello stile che si mostra indipendente dal tema, che pone sullo stesso piano anonimi e umili soggetti, e grandi autori come Samuel Beckett, entrambi colti nel cuore profondo della loro umanità, resi iconici ed eterni attraverso istantanee intime e potenti.

L’attento e ricco progetto espositivo romano mostra in modo chiaro e originale le basi della fotografia di Avedon, artista americano per antonomasia, dalle insospettate “origini” italiane.

Marco Roberto Marelli

*www.avedonfoundation.org