L’epigrafe del gemellaggio più antico al mondo va in mostra a Centuripe
Affonda le radici nella storia, passata e recente, la vicenda dell’epigrafe che attesta il patto di gemellaggio tra la siciliana Centuripe e Lanuvio, nel Lazio. Ritrovata nella cittadina sicula sessantadue anni fa, la pietra calcarea incisa in dialetto dorico accese immediatamente l’interesse degli studiosi, che individuarono in essa una preziosa testimonianza della missione compiuta da tre ambasciatori centuripini a Roma e Lanuvio per chiedere al senato lanuvino di rinnovare i vincoli di parentela, di amicizia e di ospitalità già in essere fra centuripini e lanuvini. L’epigrafe è dunque il frutto della convalida di tale legame, dettata, secondo Luca Attenni, archeologo e direttore dei Musei di Lanuvio, da ragioni politiche: l’iscrizione risalirebbe al I secolo a.C., epoca in cui il lanuvino Licinio Murena ricopriva l’incarico di primo console a Roma e per i centuripini ottenere la cittadinanza appellandosi ai vincoli di parentela era la soluzione più immediata per essere esonerati dal pagamento dei tributi. La stele rafforza dunque il gemellaggio fra Centuripe e Lanuvio narrato dai documenti epigrafici rinvenuti nella Biblioteca del Ginnasio di Tauromenio, l’antica Taormina. Lo storico Quinto Fabio Pittore cita negli Annales del III sec. a.C. il ritorno in territorio laziale, al seguito di Enea, del centuripino Lanoios, fondatore di Lanuvio, nel solco di una tradizione che descriveva i Siculi come un popolo originario del Lazio, costretto a emigrare verso il meridione dall’arrivo di altre popolazioni fino a stabilirsi in Sicilia nel II millennio a.C., mantenendo memoria della propria origine italica nonostante il dominio ellenico.
Confiscata negli anni Novanta del secolo scorso e poi custodita nei depositi della Soprintendenza, l’epigrafe è tornata alla luce in occasione del cinquantesimo anniversario della prima celebrazione del gemellaggio fra Centuripe e Lanuvio, avvenuto nel 1974. Su richiesta degli attuali sindaci delle due cittadine – rispettivamente Salvatore La Spina e Andrea Volpi ‒, l’epigrafe è stata dissequestrata ed esposta prima a Lanuvio e ora – fino al 9 gennaio 2025 – presso il Museo Archeologico Regionale di Centuripe, nella cornice della mostra Il rapporto tra Roma, gli Italici e la Sicilia. Un’opportunità da non lasciarsi sfuggire per avvolgere il filo di una storia che attraversa ere e geografie.
Arianna Testino