Art e Dossier

categoria: Eventi

Matisse e il colore

22 febbraio – 15 giugno 2014

Matisse e la figura. La forza della linea, l'emozione del colore

Ferrara
Palazzo dei Diamanti
Orario: 9-19. Aperto anche a Pasqua, Lunedì dell'Angelo, 25 aprile, 1 maggio e 2 giugno.

 

Da sessant'anni Matisse riposa in un giardinetto ben curato del cimitero di Cimiez, che guarda dall'alto il mare di Nizza. Era morto in un luminoso appartamento dell'Hotel Regina, a poche decine di metri da quel cimitero, appunto, nel novembre del 1954. A sessant'anni dalla sua scomparsa, Matisse non cessa di stupire; d'infondere, forse più di ogni altro "gigante" del Novecento, una joie de vivre di cui oggi più che mai si sente bisogno. Sarà forse l'amore per i colori smaglianti, per gli sguardi dalle finestre sul mare, per i felici, spesso improbabili accostamenti, il gusto per la linea, il movimento, la linea sinuosa del corpo umano. E ancora, la sensualità delle forme, che mai raggiungono la dissoluzione totale. "Non ho mai potuto fare a meno dei modelli", confidava Matisse al fotografo Brassai nel 1930: "la gioia sensuale che la loro vista ha sempre suscitato in me, ancor oggi mi è necessaria", diceva allora, al culmine della carriera. Un simile concetto oggi viene ribadito dalla curatrice della mostra di Ferrara che si apre al pubblico domani 23 febbraio. Un centinaio di opere, disposte ariosamente in dodici sale. Una mostra intrigante, nella sua apparente, lineare semplicità, e ben venga, per la gioia, dei non addetti ai lavori, ma anche per chi Matisse lo conosce, o crede di conoscerlo bene, e lo insegue in ogni angolo della terra. Con lei, Isabelle Monod-Fontaine, scambiamo in anteprima qualche idea di fronte a un dipinto del 1918 che pochi hanno visto finora. Arriva da un museo del Giappone, l'Ohara Museum of Art di Kurashiki, e di rado è stato esposto in Occidente: è un ritratto di Marguerite ventiquattrenne, la figlia che Matisse aveva avuto dalla compagna dei momenti più difficili della sua carriera, Caroline Joblaud. Come sempre in Matisse, i dettagli decorativi e i contrasti cromatici sono fondamentali: Mademoiselle Matisse ci guarda da sotto l'ombra di un lieve cappello bianco di cui immaginiamo l'impalpabile consistenza, decorato con una camelia rosa; ma ciò che colpisce, oltre ai bordi di pelliccia del paltò, è la linea. "Guardi il disegno qui accanto – mi dice Monod Fontaine – raffigura un'altra modella- in apparenza le due opere non hanno niente in comune; invece i rimandi, fra un dipinto e un disegno, fra una scultura e una gouache, sono continui, di sala in sala. La forza della linea, l'emozione del colore, appunto. I pannelli esplicativi aiuteranno anche il pubblico più vasto. Da non perdere. Inoltre, fra qualche giorno uscirà sul numero di marzo di Art e Dossier un articolo sulla mostra della curatrice: una buona lettura per prepararsi alla visita della mostra, dove oggi abbiamo scorto, fra gli altri, anche Georges Matisse, pronipote del grande artista, mentre controllava, da curatore degli Archives Matisse di Issy-les-Moulineux, l'accuratezza del riproduzioni del catalogo.