Art e Dossier

Maurizio Mochetti, 30 Progetti 2 Realizzazioni

categoria: Mostre
Roma
Contemporary Cluster

30 Progetti 2 Realizzazioni con la critica di Alberto Mugnaini, è la nuova personale di Maurizio Mochetti (Roma, 1940), visitabile fino al 31 gennaio 2025 presso Contemporary Cluster, nel quartiere Aventino di Roma. Il titolo si ricollega alla mostra dell’artista inaugurata nel 1968 alla Galleria La Salita di Gian Tomaso Liverani10 Progetti, 2 Realizzazioni. In questo caso i progetti esposti sono trenta mentre le realizzazioni rimangono due. Sia i progetti che le realizzazioni sono produzioni artistiche, non esiste una differenza di status/valore. La realizzazione è la messa in opera del progetto e può essere collocata in qualsiasi spazio: appesa al soffitto, in verticale, collocata sul pavimento o disposta a parete. Mochetti afferma che la sua opera è “unica”, un complesso in cui tutte le componenti sono collocate tra loro, un puzzle che si ricompone nel tempo.

Nelle intenzioni di Mochetti, la forma non conta in quanto tale ma come traccia di un’idea più ampia e complessa, appare nello spazio con delle parti mancanti che bisogna ricostruire virtualmente, partendo dagli indizi che ci lascia l’artista. Il fruitore parte dall’osservazione per trarre e sviluppare delle conseguenze. Mochetti gioca con la fisica, soffermandosi sulla luce in quanto materia, sul movimento e sulla stasi in quanto movimento congelato. Alberto Mugnaini sostiene “è come se Mochetti avesse portato avanti il discorso sullo Spazialismo inaugurato da Lucio Fontana”. Oltre ciò che si palesa immediato e diretto allo sguardo, è possibile ricreare nella mente un aspetto nascosto e invisibile, percepiamo solo la punta dell’iceberg, mentre un mondo sommerso insiste sotto la superficie di ciò che è materiale. Le due realizzazioni sono Proiezioni cilindro, 1966 e Cono, 1987 di cui è esposto anche il progetto dello stesso anno.

La realizzazione del cilindro presenta una sezione di questo volume geometrico sospeso nello spazio che potrebbe, tuttavia, proseguire proiettandosi nell’etere. “Mochetti riesce a portarti a un'ossessione: visualizzare ciò che non appare agli occhi”. Su due pareti opposte vediamo il risultato di questa proiezione: due ellissi in una specie di anamorfosi.

Una logica simile segue l’installazione Punta si nasce, cono si diventa (Cono virtuale): gli occhi colgono una punta in acciaio che sfiora il pavimento; la punta metallica è appesa a un filo; l’estremità superiore del filo è fissata al soffitto nel punto coincidente con il centro di una circonferenza tracciata sul soffitto stesso; il cerchio corrisponde alla base del cono che riusciamo così a visualizzare mentalmente.

Tra i progetti più interessanti colpisce Un raggio nero (1968): infiniti raggi si dipartono potenzialmente da un punto luminoso; tra questi raggi è teso un filo elastico che va ad annullare il raggio di luce di cui occupa la traiettoria. Infatti, la luce non può passare lungo il filo elastico, così il filo infilza lo spazio come fosse un ago e “spegne” la possibilità della luce di filtrare.

Giorgia Basili