Art e Dossier

A Milano la mostra su Jean Tinguely, artista del movimento

categoria: Mostre
10 ottobre 2024 – 2 febbraio 2025

Jean Tinguely

Milano
Pirelli HangarBicocca

“Sono un artista del movimento. Ho cominciato facendo pittura, ma mi sono arenato, ero in un vicolo cieco”. Con queste parole, tratte dall’intervista andata in onda sulla Radio Televisione Belga il 13 dicembre 1982, Jean Tinguely descriveva il punto focale della propria ricerca, caratterizzata da un incessante desiderio di sfidare i limiti della staticità. A lui è dedicata la mostra milanese che Pirelli HangarBicocca ospiterà nei cinquemila metri quadrati delle sue Navate, arricchendo il palinsesto di eventi culturali ideati per ricordare l’artista originario di Friburgo a cento anni dalla nascita, avvenuta nel 1925. 

Curata da Camille Morineau, Lucia Pesapane e Vicente Todolí con Fiammetta Griccioli, l’esposizione si presenta come la più ampia retrospettiva realizzata in Italia dopo la scomparsa dell’artista nel 1991 e riunisce trenta lavori che ne ripercorrono la carriera dagli anni Cinquanta agli anni Novanta del secolo scorso. Annoverato fra i protagonisti dell’arte cinetica, Tinguely concentrò l’attenzione sul funzionamento della macchina, studiandone il suono e il movimento e ricavando le proprie sculture dall’unione di oggetti di scarto e ingranaggi poi saldati e motorizzati. Nelle sue mani ruote e singole componenti assumono un nuovo scopo, celebrando la transitorietà e mettendo in discussione le logiche dell’utilità. L’imprevisto, l’effimero e il precario innervano l’immaginario di Tinguely e si traducono in opere “vive”, capaci coinvolgere il pubblico grazie alla loro valenza sonora e cinetica.

Fra gli interventi che dettano il ritmo della mostra spiccano le sculture sperimentali méta-mecanique risalenti alla metà degli anni Cinquanta, Ballet des Pauvres (1961), contraddistinta da oggetti d’uso domestico, Plateau agriculturel (1978), ottenuta dalla combinazione di svariati macchinari impiegati per il lavoro agricolo, e lavori quali Pit-Stop (1984) e Shuttlecock (1990), connessi alla passione dell’artista per la Formula 1 e per le gare di velocità. 

La stessa architettura ex industriale del Pirelli HangarBicocca rafforza l’impatto visivo delle opere meccaniche di Tinguely, lontane dall’idea di autorialità e determinate, piuttosto, dall’interazione momentanea con chi le osserva. Non è casuale, dunque, che Tinguely abbia sondato pure il terreno performativo, dando forma a progetti come La Vittoria(1970), la performance-spettacolo andata in scena di fronte al Duomo, nel solco del profondo legame tra l’artista svizzero e la città di Milano.

Arianna Testino