Modigliani, un nuovo record all'asta
È presto per conoscere il nome del collezionista cinese che, impartendo ordini di rialzo al telefono, il 14 maggio scorso ha speso da Sotheby’s a Londra ben 133 milioni di euro (o 157 milioni di dollari) per aggiudicarsi Nu couché (sur la cote gauche) di Amedeo Modigliani. Cifra stratosferica, ma ci si poteva aspettare anche di più, perché non si è andati oltre alla stima fatta circolare prima dell’asta e si è rimasti chiaramente al di sotto dei 155 milioni di euro pagati due anni e mezzo fa per un altro Nu couche (Christie’s, New York, 9/11/2015).
Più che soddisfatto sarà comunque rimasto il venditore, John Magnier, un miliardario irlandese che deve la sua fortuna ai suoi allevamenti di purosangue e al suo intuito di investitore finanziario e non solo. Aveva comprato il Modigliani per 20,5 milioni il 4/11/2003, sicuro di una sua rivalutazione innanzitutto per l’indubbia qualità– è il più grande dipinto dell’artista e fa parte di serie di 22 nudi quasi tutti sono fuori dal mercato, in musei statunitensi. Ma c’era anche un elemento di colore che poteva spingere in alto il prezzo: questo Nu Couché faceva parte della famosa mostra di nudi organizzata da Berthe Weil nel 1917 e che tanto scandalo fece da indurre la polizia a chiuderla. Aggiungiamo pure che quel Nu couché (sur lacote gauch) era stato acquistato per primo da Jonas Netter, il collezionista che di Modigliani di intendeva meglio di qualsiasi altro per averlo seguito fin dai suoi primi anni a Parigi. Magnier quindi aveva ottimi motivi per pagare quei 20,5 milioni, anche se così facendo aveva regalato un’importante plusvalenza a Steve Wynn, proprietario di casinò a Las Vegas, che è solito spendere cifre sconosciute ai più per portarsi a casa dei capolavori, fra cui Vermeer, Picasso, Monet. I calcoli, Wynn e Magnier, li sanno fare e bene.
Daniele Liberanome