Non ci sono fiori senza contraddizione: Sassolino a Lugano
No Flowers Without Contradiction
In mostra alla Repetto Gallery di Lugano, l'artista Arcangelo Sassolino sfida i confini tra arte e fisica. La galleria, che nel 2022 ha trasferito i suoi spazi da Londra a Lugano, ospita otto opere inedite che mettono in discussione la nostra comprensione della stabilità materiale e della trasformazione. Sassolino, nato a Vicenza nel 1967, si è affermato per il suo approccio unico alla scultura che fonde principi meccanici ed espressione artistica. La mostra presenta una serie di installazioni che trasformano i vincoli architettonici della galleria in opportunità creative, incorporando colonne e muri in cemento armato come elementi integranti della narrazione artistica.
Al centro del lavoro di Sassolino si trova un'esplorazione della tensione e della vulnerabilità. In Non separare il sì dal no (2024), che riprende Celan, un massiccio blocco di granito si bilancia precariamente su una mensola di vetro, creando una metafora visiva del rischio e della stabilità. L'opera esemplifica la magistrale manipolazione delle forze opposte di Sassolino, dove il peso della pietra minaccia di frantumare il suo fragile supporto in qualsiasi momento.
Violenza casuale (2008-2016) è una scultura "viva" che si evolve durante tutta la durata dell'esposizione. L'opera presenta una trave di legno sottoposta alla pressione inesorabile di un pistone idraulico, documentando il graduale processo di distruzione materiale. Questo lavoro incarna la fascinazione di Sassolino per il tempo come elemento scultoreo, creando quelle che lui stesso definisce "performance inorganiche".
Scenografica No memory without loss un’opera cinetica che racconta l'inevitabilità della perdita attraverso un disco che ruota perpetuamente, cosparso di uno strato denso di pittura industriale nera che, nel suo movimento circolare, lascia tracce di caduta e disgregazione. Lì vicino c’è I.U.B.P. (In Un Brodo Primitivo, 2024): uno pneumatico compresso tra acciaio e muro. Due opere che rincarano il tema della mostra: la dualità tra forza e fragilità, materiali industriali e stati delicati dell'essere.
Anche il titolo della mostra riflette l'approccio filosofico di Sassolino alla bellezza, suggerendo che contraddizione e conflitto sono elementi essenziali della creazione. Le sue opere fungono da metafore della natura precaria della vita, dove stabilità e potenziale disastro coesistono in costante tensione.
La collaborazione di Sassolino con il curatore Luca Massimo Barbero, un sodalizio che risale agli esordi dell'artista, si è evoluta in un sofisticato dialogo sullo spazio e l'instabilità. Insieme hanno creato una mostra che trasforma la galleria in un laboratorio di energia potenziale, dove ogni pezzo esiste in uno stato di animazione sospesa tra creazione e distruzione.
Lucia Antista