Art e Dossier

Photolux Festival 2024 - Il Bel Paese?

categoria: Eventi
23 novembre – 15 dicembre 2024
Lucca
Palazzo ducale, palazzo Guinigi, chiesa dei Servi

Photolux Festival celebra vent’anni dalla sua nascita e sei anni da quando è diventato biennale. Tra gli eventi europei più significativi dedicati alla fotografia, Photolux in occasione di un anniversario così importante non poteva non concentrare l’attenzione sul nostro paese. Ma lo ha fatto non solo per metterne in risalto pregi e bellezze ma soprattutto per porre domande, risvegliare le coscienze, mantenere viva la memoria, prendere atto delle continue contraddizioni che attraversano l’intero territorio italiano. Questo è il motivo per cui il titolo di questa edizione, come ci ha raccontato il direttore artistico Enrico Stefanelli, fondatore instancabile della rassegna, è Il Bel Paese? L’invito è accendere o riaccendere in ognuno di noi uno spirito critico, allargare il nostro campo visivo, riflettere sulla nostra identità, sul significato di “italianità”, riscoprire le nostre radici, non lasciare vuoti sul nostro passato per far sì che il presente sia ogni giorno un’esperienza consapevole. Se manca questa consapevolezza come possiamo pensare, immaginare o addirittura costruire il futuro? Su quali basi? Su quali conoscenze, convinzioni, opinioni, sentimenti?

Tra le diciannove mostre in corso, un rilevo particolare assume Verità nascoste. Eredità visive della storia recente d’Italia (palazzo Guinigi), dove troviamo testimonianze di drammi che potevano essere evitati – il crollo della diga del Vajont (1963), la tragedia ferroviaria di Viareggio (2009) – e di eventi altrettanto tragici sui quali ancora ci sono molte aree oscure. Pensiamo alla strage di Ustica (1980) o a quella del Moby Prince (1991). Agli attentati mafiosi come la strage di Natale sul Rapido 904 (1984) e quella di via dei Georgofili (1994) per arrivare poi al G8 di Genova (2001), dove abbiamo assistito a una totale assenza e sospensione conclamata della democrazia. La carrellata di opere (di Giancarlo Barzagli, Paolo Cagnacci, Antonello Ghezzi, solo per citarne alcuni), presenti in questo percorso espositivo, senza ricalcare il racconto mediatico, fa emergere particolari mai visti, punti di osservazione inediti che potrebbero aprire nuovi campi di analisi.

Un’altra esposizione che ha attirato la nostra attenzione è Omicidio bianco di Massimo Mastrorillo (palazzo Guinigi), l’unico progetto, come sottolineato da Stefanelli, a oggi realizzato sul tema delle morti sul lavoro. Un progetto creato ad hoc per il festival che, come scritto nel catalogo di Photolux «spoglia i luoghi della tragedia». Come? Ampliando lo sguardo. Per accentuare la contrapposizione tra la meraviglia, la spensieratezza dei luoghi e i drammi che quei luoghi portano con sé, il taglio delle fotografie di Mastrorillo è vasto, “innocuo”. Ciò che ci appare sono contesti, ambienti, paesaggi, scene dove non c’è traccia di tragedie. Ma soffermandoci sulle didascalie sembra di leggere un “bollettino di guerra”. Ecco, quindi, che la foto con la bambina circondata da palloncini colorati scattata a Gela, con la didascalia che ci ricorda la morte nel 2009 di un operaio all’interno della raffineria del Comune siciliano per l’esplosione di un forno a causa della mancanza di un piano di prevenzione e norme di sicurezza, ci mette di fronte per l’ennesima volta a un fallimento umano inarrestabile. Non bastano i circa ottanta morti al mese per prendere provvedimenti in modo definitivo? Che cos’altro deve succedere?

E ora arriviamo alla mostra Italia/Europa di Joakim Kocjancic (Palazzo ducale) italo-svedese, che durante il periodo della sua formazione ha avuto modo di viaggiare, conoscere e interiorizzare diverse culture europee. Oltre all’Italia, paese al quale si sente particolarmente legato, Kocjancic ha esplorato Spagna, Irlanda, Inghilterra, Belgio, Svezia. Il risultato delle sue esperienze ha dato vita a un lavoro fotografico che per certi versi potremmo definire biografico, intimo, personale e che nel bianco e nero, tra neorealismo e fotografia di strada, ha avuto l’intento di offrire l’idea di un’Europa animata da un profondo senso di apertura e connessione tra città, tra persone. 

«Guardando indietro agli anni che ho trascorso in Europa, mi rendo conto che il mio viaggio è stato una ricerca di un’identità non limitata dalla nazionalità. Vedendomi negli altri, cerco di ritrovarmi, di scoprire punti di riferimento, di dare un senso ai miei valori, di scoprire ciò che amo e di preservare ciò che non voglio perdere». Queste alcune affermazioni del fotografo riportate nel catalogo del festival. 

Concludiamo con la mostra Sotto questo sole di Massimo Vitali (Palazzo ducale) che quest’anno festeggia trent’anni di carriera. E proprio per l’importante traguardo raggiunto è esposta per la prima volta una parte cospicua del suo archivio composto complessivamente da cinquemila negativi in grande formato. Un patrimonio offerto a Photolux che comprende anche immagini venute male proprio per dar conto in modo concreto di cosa sia effettivamente un archivio. Al centro del suo progetto espositivo troviamo il noto ciclo delle spiagge (dal 1994 a oggi) che racconta non solo l’estetica dei luoghi ma anche i cambiamenti culturali, le abitudini, i comportamenti, i gesti. Una sorta di spaccato antropologico della nostra società.

Segnaliamo infine la presenza nella manifestazione lucchese di premi internazionali come il World Press Phot, il LOBA 40 – Leica Oskar Barnack Award, il Romano Cagnoni Award e il Photolux Intarget Award. E ancora un progetto dedicato all’Intelligenza artificiale, oltre a residenze fotografiche, talk e workshop.

Main partner dell’evento Fondazione Cassa di risparmio di Lucca e come partner istituzionali il Comune di Lucca, la Provincia di Lucca e The Lands of Giacomo Puccini Lucca Tuscany.

Giovanna Ferri