Rebecca Moggia alla Fondazione Zegna
Atmosferica. Stagioni e temperamenti
Fondazione Zegna dà spazio ai talenti emergenti, invitando gli artisti a realizzare progetti site specific e promuovendo allo stesso tempo la relazione tra natura, arte e scienza. Esempio di questa seconda mission è il piano di rinnovo boschivo Zegna Forest avviato nel 2020 e volto a monitorare lo stato di salute dell’Oasi Zegna, un territorio di 100 km quadrati che circonda il lanificio, voluto e creato da Ermenegildo Zegna a inizio Novecento come modello di coscienza sociale e ambientale. Se gli anni passati sono stati messi a punto progetti di artisti quali Laura Pugno, Emilio Vavarella e Roberto Coda Zabetta, la protagonista della nuova iniziativa è Rebecca Moccia (Napoli, 1992) che, grazie alla curatela di Ilaria Bonacossa, ha ideato Atmosferica. Stagioni e temperamenti. Già da alcuni anni l’artista si occupa di interpretare le atmosfere e le “temperature” dei luoghi dove si manifestano le relazioni umane e non umane, con le loro influenze reciproche e con gli ambienti.
Negli spazi del polo archivistico e museale Casa Zegna a Trivero Valdilana, Rebecca Moggia propone quindi una riflessione sul legame tra mutamenti climatici e ambientali e i temperamenti di coloro che li vivono. È l’ex giardino d’inverno, con le sue ampie vetrate che consentono alla luce di mutare a seconda dell’ora del giorno e della stagione, ad accogliere l’esposizione: un luogo scelto anche per la sua simbiosi con il paesaggio circostante e in cui Rebecca Moccia ha concepito due diverse atmosfere ambientali in tessuto, quindi con il materiale che da sempre è il core business delle produzioni aziendali. Le installazioni restituiscono in maniera visiva e tattile rispettivamente le sensazioni di caldo e di freddo e sono realizzate intrecciando materiali che disperdono o trattengono il calore, permettono o impediscono il passaggio della luce, ammorbidiscono o acuiscono gli effetti sonori dello spazio; anche i colori sono coerenti, con quelli freddi per l’estate e quelli caldi per l’inverno. I visitatori incontrano forme scultoree - sempre basate sui tessuti e prodotte in collaborazione con la Manifattura Tessile della Comunità di San Patrignano - che delimitano zone intime e spazi in cui sostare, oltre ad arazzi tessuti a mano che richiamano il rapporto tra luoghi, corpi e temperature.
Il progetto Atmosferica pare allora trasformarsi in un organismo tessile e vivente, che racconta le sensazioni umane in relazione all’ambiente che ci circonda, nonché l’impatto che può avere uno sviluppo non sostenibile, capace di alterare ritmi ed equilibri, sulla nostra sfera percettiva ed emotiva.
Marta Santacatterina