Art e Dossier

Tempo di Basquiat

categoria: Mostre
3 luglio – 1 novembre 2015

Jean-Michel Basquiat: Ahora es el momento

Bilbao, Spagna
Guggenheim Bilbao
Orario: 10-20

Si fatica a immaginare che oggi avrebbe cinquantacinque anni, il bad boy degli anni Ottanta: ma è così, Jean-Michel Basquiat, nato a Brooklyn nel 1960, oggi sarebbe forse un artista più o meno tranquillamente inquadrato nell’establishment dei grandi nomi del mercato contemporaneo che vendono a cifre esorbitanti, dopo esser stato, assieme all’amico Keith Haring, uno dei più promettenti artisti nel panorama glamour dell’arte newyorchese di fine secolo. Assai bene nel 1996 aveva descritto quegli anni Julien Schnabel, protagonista lui stesso, e fine regista: la New York della street art e delle droghe, della pop art e della musica rock, degli attori e soprattutto dei galleristi che sapevano magistralmente orientare, più o meno occultamente, il mercato e le aste. Invece Basquiat morì per overdose, sopraffatto dalla tossicodipendenza dall’eroina, dalla quale il suo più appassionato mentore, Andy Warhol, aveva tentato di strappare. Ma Warhol morì all’improvviso per un’operazione mal riuscita alla cistifellea, e forse anche per questo (ma certo non solo per questo) Basquiat era caduto definitivamente negli abissi, nonostante il successo già mondiale delle sue opere così colorate e piene di scritte. Al suo funerale partecipò commosso l’amico, graffitista come lui, Keith Haring, che sarebbe morto pochi anni dopo per AIDS. Oggi una grande retrospettiva, inaugurata al Museo Guggenheim di Bilbao dalle sorelle Jeanine e Lisane, omaggia Jean-Michel Basquiat in uno dei templi dell’arte contemporanea internazionale: oltre cento sue opere, molte di grandi dimensioni, realizzate fra il 1980 e il 1982,  provengono da musei e collezioni private di tutto il mondo per documentare la carriera di questo giovane di colore, forse il primo afroamericano a imporsi veramente (era di origine haitiana per parte di padre e portoricana per parte di madre). Aveva avuto l’appoggio dei suoi, a dire il vero, tanto che fin da piccolo la madre lo aveva portato in giro nei musei di New York. Se anche la sua non fu una vita nata all’ombra dell’emarginazione, Basquiat fece suoi anche i temi del razzismo (Luther King era un suo mito) e dell’impegno sociale, dello sport (era patito per la boxe) e della musica rock (ebbe una breve liaison con Madonna), del jazz di Charlie Parker e del cinema (suonava con un giovane promettente attore come Vincent Gallo, e fu amico di Davide Bowie). Questa di Bilbao, curata da Dieter Buchart e Alvaro R. Fominaya,  è la prima importante mostra su Basquiat mai tenuta in Europa, nonostante pochi forse ricordino che il suo primo gallerista a dedicargli una mostra era stato, in Emilia, l’italiano Mazzoli, seguito poi dallo svizzero Bischofberger, ancor oggi uno dei suoi più lungimiranti collezionisti.

Gloria Fossi