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Thomas Patch a Firenze

categoria: Mostre
3 ottobre – 15 dicembre 2025

Thomas Patch a Firenze. La memoria del Medioevo e del Rinascimento

Nel cuore di Firenze, tra le pareti tipicamente blu del Museo Bardini, c’è una sala silenziosa che, fino al 5 dicembre 2025, rivive l’affascinante figura di Thomas Patch: pittore di vedute e sagace caricaturista, incisore, mercante e conoscitore d’arte inglese del Settecento. A trecento anni dalla sua nascita, la città che lo accolse e ispirò, gli rende omaggio con una mostra che racconta il suo rapporto intimo con l’arte medievale e rinascimentale. L’esposizione, promossa dal Comune di Firenze, è curata da Giulia Coco e organizzata da Fondazione MUS.E, con il coordinamento scientifico di Carlo Francini e Valentina Zucchi.

Arrivato a Firenze nel 1755, dopo il periodo romano interrotto da un’espulsione papale, Thomas Patch non fu un visitatore qualsiasi. Si stabilì nell’Oltrarno, in quella vivace comunità anglosassone che aveva trovato dimora tra piazza del Carmine e via di Santo Spirito. Fu tra le mura di Palazzo Manetti – residenza di Sir Horace Mann, rappresentante della corona britannica – che si intrecciavano amicizie, tra scambi d’idee e passione per l’arte. Ed è qui che Patch trasformò la sua permanenza fiorentina in un laboratorio di studio e di creazione. Il suo sguardo, tuttavia, non si fermò agli artisti maggiormente noti del Rinascimento maturo: con un’attitudine quasi archeologica, si spinse a riscoprire pittori del Trecento e Quattrocento ormai dimenticati, quelli che allora venivano definiti “primitivi”. Eppure, l’artista ne colse la forza, la modernità e l’umanità. 

The Life of Masaccio (1770), una raccolta di incisioni tratte dagli affreschi della Cappella Brancacci

Nel 1770 Thomas Patch pubblica The Life of Masaccio, una raccolta di incisioni tratte dalle Storie della Genesi e dalle Storie di San Pietro nella Cappella Brancacci presso la chiesa di Santa Maria del Carmine (1423-1428 e 1480-1482 circa), affreschi al tempo interamente attribuiti a Masaccio ma con interventi di Masolino, poi completati da Filippino Lippi. Qui non si limita a ricopiare fedelmente le scene, ma le analizza soffermandosi sui volti e sugli sguardi dei personaggi, che riproduce di profilo e di tre quarti. In altre parole, “la varietà de’ caratteri” sembra affascinarlo profondamente. L’artista ritrova in Masaccio una potenza espressiva “senza tempo”: in realtà, alcuni dei volti incisi provenivano da scene dipinte da Filippino Lippi, ma per Patch quel che contava veramente non era tanto l’attribuzione, bensì il gesto e l’anima che trasparivano dalle figure. L’opera fu accolta sin da subito con grande entusiasmo tanto che Horace Walpole, scrittore e grande collezionista, lo spinse a proseguire su questa strada. 

 

Da The Life of Fra Bartolomeo della Porta e The Life of Giotto (1772) fino al calco in gesso della Porta del Paradiso del Battistero di Firenze

Così, nel 1772, nacquero The Life of Fra Bartolomeo della Porta e The Life of Giotto. All’interno di quest’ultimo volume, Thomas Patch incise gli affreschi della Cappella Manetti in Santa Maria del Carmine, poco prima che venissero distrutti da un incendio (1771). Le sue incisioni ne conservano memoria, insieme ai frammenti originali che riuscì a salvare, allora attribuiti a Giotto e oggi riferiti a Spinello Aretino (1387-1391). Questi ultimi, immediatamente avviati al commercio e distribuiti in musei e collezioni private italiane e internazionali, sono oggi in larga parte esposti in mostra. Si offre così, al visitatore, la possibilità di comparare le scene immortalate dal Patch con gli affreschi superstiti, come le sette – di dodici totali - Storie di San Giovanni Battista, in prestito dal Museo nazionale di San Matteo a Pisa e dalla Pinacoteca Malaspina di Pavia. La bellezza del volume risiede, oltre che nei particolari delle teste, nelle riproduzioni di intere scene, per le quali Patch ha indicato lo stato conservativo e gli interventi di restauro settecenteschi. Torna così alla mente una frase dell’artista, che oggi accoglie il visitatore in mostra al Museo Bardini: “E poiché tutto doveva perire, ho voluto conservarne la memoria…”, ma l’artista non si fermò lì. 

L’ultima impresa editoriale è Thirty-four Engravings of the Third Gate of the Baptistery of St. John in the city of Florence. In collaborazione con l’incisore Ferdinando Gregori, riprodusse le formelle della Porta del Paradiso del Battistero di Firenze (1425-1452), capolavoro di Lorenzo Ghiberti. Tra il 1772 e il 1774, entrambi ottennero dal granduca Pietro Leopoldo il permesso esclusivo di traslare l’intera porta in incisioni e di farne un calco in gesso completo, verosimilmente quello oggi conservato all’Accademia di Belle Arti. Come i precedenti, anche questo volume ebbe un gran successo, che contribuì ad un nuovo apprezzamento per l’arte del primo Rinascimento toscano. 

Alcuni appuntamenti speciali in occasione della mostra

In occasione della mostra Thomas Patch a Firenze. La memoria del Medioevo e del Rinascimento, sono previsti alcuni appuntamenti speciali al Museo Bardini: domenica 19 ottobre, alle 11:00, Giulia Coco presenterà l’approfondimento “Thomas Patch e Firenze: memorie di un anglo-fiorentino” sulla figura di Patch e della comunità anglosassone a Firenze nel suo tempo; il 23 novembre, sempre alle 11:00, sarà la volta di Juri Ciani, Maria Grazia Cordua, Giulia Vaccari dell’Accademia di belle arti di Firenze, che, nell’incontro dal titolo “Lo storico calco in gesso della Porta del Paradiso: conservazione e nuove strategie di fruizione e valorizzazione”, presenteranno al pubblico la pulitura del calco della Porta del Paradiso di Ghiberti custodita presso lo stesso istituto e le due digitalizzazioni fotogrammetriche (prima e dopo la pulitura), indagini scientifiche preliminari alla realizzazione di modelli virtuali, utili per la conservazione e lo studio del manufatto; infine domenica 14 dicembre, allo stesso orario, Federica Pontini, esperta della storia e delle vicende collezionistiche degli affreschi staccati dall’artista in Santa Maria del Carmine sarà protagonista di “Thomas Patch e la fortuna dei frammenti murali della cappella Manetti in Santa Maria del Carmine”. Gli incontri sono fruibili con il biglietto di ingresso al museo. Per tutte le iniziative la prenotazione è obbligatoriascrivendo a info@musefirenze.it oppure chiamando il numero 055- 0541450. Inoltre, in relazione alle indagini in corso sul calco della Porta del Paradiso, presso l’Accademia di belle arti saranno successivamente organizzate due speciali visite allo storico gesso. 

Ginevra Poli