Un secolo di Carla Accardi
Carla Accardi nasceva cent’anni fa a Trapani, e l’anniversario rappresenta l’occasione ideale per allestire una mostra antologica nelle sale di Palazzo Esposizioni a Roma che, nelle intenzioni delle curatrici Daniela Lancioni e Paola Bonani, vuole essere la più completa dedicata finora all’artista. La selezione dei lavori – circa cento, molti dei quali provenienti da importanti collezioni pubbliche – intende ripercorrere cronologicamente l’intera carriera di Carla Accardi, dalle prime ricerche della metà degli anni Quaranta agli esiti derivanti dal suo approccio radicale all’arte e che hanno avuto una profonda influenza sia nel contesto italiano sia in quello internazionale, fino alle ultime prove degli anni Duemila.
Tra i capolavori più significativi giunti a Palazzo Esposizioni vi è la Triplice tenda (1969-1971) proveniente dal Centre Georges Pompidou di Parigi, ma vengono presentate anche delle porzioni di allestimenti concepiti dalla stessa artista, recuperati mediante un’indagine sulla documentazione fotografica conservatasi negli archivi; grazie a quelle immagini storiche è stato possibile ricostruire anche la sala personale di Carla Accardi alla Biennale di Venezia del 1988. Un’operazione che restituisce il rapporto libero tra opera e spazio, sempre perseguito dall’artista la quale, anche in questo aspetto, ha scardinato le convenzioni e dato il via a pratiche inedite.
Oltre a tali focus di grande interesse, la mostra dà modo ai visitatori di scoprire i tanti linguaggi adottati da Carla Accardi, dall’astrattismo che ha caratterizzato i suoi dipinti nell’immediato dopoguerra, fino alle sperimentazioni informali, per poi trattare i temi della pittura-ambiente e della forte impronta femminista che ebbero le sue ricerche. Si incontrano successivamente le opere degli anni Ottanta, cariche di joie de vivre, mentre la conclusione è affidata ai i grandi dittici e trittici degli anni Novanta e Duemila. Una retrospettiva esaustiva, quindi, che svela il ruolo rivestito da questa protagonista dell’arte nello scenario del secondo Novecento che in tutte le stagioni della sua vita non smise mai di dialogare con gli artisti e intellettuali più giovani.
Marta Santacatterina