Una mostra della Reggia di Caserta dedicata a Michelangelo Pistoletto
Metawork
Prende il titolo dall’opera esposta per la prima volta in questa occasione la mostra Metawork, che porta oltre sessanta lavori di Michelangelo Pistoletto nella Gran Galleria della Reggia di Caserta. Facendo uso dell’intelligenza artificiale, Metawork-United Portraits ricombina i ritratti fotografici di otto cittadini di Cittadellarte – la fondazione creata dall’artista biellese nel luogo in cui è nato ‒, mettendo in luce uno dei cardini della sua poetica, il rapporto di scambio fra individuo e collettività.
La rassegna curata da Tiziana Maffei, direttrice del museo casertano, affianca interventi storici e recenti, lasciando emergere gli snodi di una ricerca creativa che trova nel dialogo e nella relazione i suoi punti di ancoraggio. Basti pensare a Il tempo del giudizio, opera immaginata come un tempio in cui confluiscono le principali religioni monoteistiche ‒ cristianesimo, islamismo, ebraismo – e il buddismo, ciascuna delle quali rappresentata da un oggetto simbolico posto di fronte a uno specchio. Proprio lo specchio, insieme alla sua divisione e moltiplicazione, ha accompagnato l’indagine di Pistoletto e ne ha orientato lo sguardo, diventando una presenza costante: le otto coppie di specchi che danno vita a Divisione Moltiplicazione ‒ Terzo Paradiso ‒ parte della serie Divisione e moltiplicazione dello specchio ‒ esplicitano l’identità del cerchio inserito da Pistoletto nel cuore del segno matematico d’infinito. Se i due poli sono “occupati” da natura e artificio, il centro del Terzo Paradiso ospita una nuova umanità, capace di superare il conflitto che, in epoca contemporanea, oppone mondo naturale e ambito artificiale.
Pistoletto affida all’elemento specchiante – e alla tecnologia del QR – il compito di aprire squarci sulle sue riflessioni, veicolate da opere come QR Code Possession ‒Autoritratto, mentre QR Code Possession ‒ The Formula of Creation Meetings offre al pubblico la possibilità di accedere alle videoregistrazioni di venti incontri durante i quali l’artista ha discusso il suo libro La Formula della creazione insieme ad alcuni protagonisti del mondo dell’arte, della scienza, della politica e della religione.
La presenza del Labirinto, opera legata alla stagione poverista, consente di avvicinarsi ulteriormente al pensiero di Pistoletto, che in una intervista con Germano Celant, nel 2011, affermava: “Il mio labirinto è fatto di cartone corrugato, un materiale flessibile che gli permette di assumere qualsiasi forma e di adattarsi a qualsiasi spazio. In un certo senso è come lo specchio che accoglie qualsiasi immagine. Si presenta come un elemento fisico che è allo stesso tempo fortemente legato all’immaginazione”.
Arianna Testino