Una mostra londinese sui disegni di Botticelli
Botticelli and treasures from the Hamilton collection
Ci si aggira quasi in punta di piedi nella piccola ma affascinante mostra sui disegni di Botticelli e altri manoscritti miniati della collezione Hamilton. All'ingresso viene fornita anche una lente d'ingrandimento, per poter ammirare anche i più minuti dettagli di alcuni fra i disegni più misteriosi realizzati in epoca rinascimentale. C'è un silenzio che stupisce e rasserena, nelle salette al secondo piano della Courtauld Gallery, dopo la calca e le chiacchiere dei visitatori nei musei londinesi di più vaste proporzioni. Qui si gode di una pace straordinaria, e ci si bea di fronte ai disegni che Sandro Botticelli realizzò per una Divina Commedia in pergamena commissionatagli da Lorenzo di Pierfrancesco de' Medici (1463-1503), cugino di Lorenzo il Magnifico e proprietario di altri celebri dipinti di Botticelli, come la Primavera. I disegni esposti in questi giorni a Londra, ottantacinque, provengono dal Kupferstichkabinett dei musei statali di Berlino. Nel 2010 furono esposti anche in Italia, alle Scuderie del Quirinale, e accostati agli altri sette della stessa serie, da tempo confluiti alla Biblioteca Apostolica Vaticana. A Roma però era così buio che si riusciva a vedere ben poco. Qui a Londra, invece, l'illuminazione è buona, pur rispettando i canoni imposti dall'esigenza di non sciupare i disegni, che come si sa sono molto sensibili alla luce. Non sappiamo con esattezza quando Botticelli si accinse a quest'opera, che prevedeva con ogni probabilità anche un'edizione a stampa (la prima Commedia stampata, col commento dell'umanista Cristoforo Landino, è del 1481). Lo stile dei disegni, in gran parte eseguiti a penna e inchiostro bruno, talvolta con la punta d'argento e di piombo, è piuttosto eterogeneo. Alcuni sono rapidi schizzi, altri denunciano la loro vicinanza alle eteree figure della Primavera e della Nascita di Venere, databili agli inizi degli anni Ottanta del Quattrocento. Anche per questo si pensa che il pittore fiorentino abbia iniziato l'impresa verso il 1482, al suo ritorno da Roma, dopo aver lavorato alla cappella Sistina. Il testo del poema dantesco, che s'intravede in controluce sul verso di ogni pergamena, fu redatto in un secondo tempo dall'amanuense Niccolò Mangona, attorno al 1490. Nella pagine illustrate relative all'Inferno e al Purgatorio ammiriamo diavoli e mostri di eccezionale fantasia creativa, ma anche splendidi esercizi di nudo dei dannati, nelle pose più sconcertanti (ma mai di sesso femminile). Per il Paradiso l'ascesa verso l'empireo è sottolineata dalle numerose pose di Dante e Beatrice che s'intrattengono in animati e dolci colloqui filosofici. Alexander Hamilton, marchese di Douglas and Clydesdale (1767-1852) e dal 1819 decimo duca di Hamilton, sarebbe felice di sapere che questi disegni, un tempo custoditi nella sua inaudita biblioteca di Hamilton Palace in Scozia (la più grandiosa residenza non reale dell'Occidente) sono tornati, anche se per qualche tempo, in Inghilterra. La sua meravigliosa collezione, arricchita anche dai volumi ereditati dal suocero, l'eccentrico William Beckford, morto a Bath nel 1844, fu infatti messa all'asta nel 1882 dallo scellerato nipote, che aveva sperperato una fortuna immensa. I disegni di Botticelli, all'epoca rilegati in un unico volume, assieme ad altri preziosi manoscritti miniati in gran parte posseduti da Beckford (anch'essi esposti ora alla mostra del Courtauld), furono venduti immediatamente prima della clamorosa asta di Sotheby's a Londra, di cui si conservano gli strabilianti cataloghi. Perfino la regina si mosse per evitare la dispersione della raccolta Hamilton, ma non ci fu niente da fare. Il patrimonio più cospicuo se lo era già aggiudicato con complicati maneggi Friedrich Lippmann per i Musei di Berlino, che ora non hanno lesinato il prestito.
Gloria Fossi