Art e Dossier

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Art History: ricerca iconografica

Anna

Il culto di sant’Anna, madre della beata Vergine Maria, canonizzata definitivamente dalla Chiesa cattolica nel 1584, affonda le sue radici nella Chiesa orientale delle origini. Le scarne notizie della sua biografia si desumono dai racconti dell’infanzia di Maria raccolti nei Vangeli apocrifi, il più antico dei quali è il cosiddetto Protovangelo di Giacomo del II secolo. Raffigurata nell’arte bizantina sin dall’alto Medioevo, la sua fortuna iconografica trovò nuova linfa in Occidente a partire dal XIII secolo in concomitanza con l’eccezionale sviluppo del culto mariano. I cicli dedicati all’infanzia della Vergine includevano spesso anche le storie di Gioacchino e Anna, illustrate con dovizia di particolari nell’ambientazione delle scene e nella descrizione della vita familiare. Il racconto si snoda dall’annuncio ai due anziani coniugi sterili della nascita di una figlia non concepita fisicamente - mistero che è alla base del dogma dell’Immacolata concezione -, al loro incontro alla Porta aurea di Gerusalemme, seguito dalla nascita e dalla presentazione al tempio di Maria. Rare sono invece le immagini isolate di sant’Anna, raffigurata di norma con in braccio la Madonna col Bambino, talvolta alla presenza di Gioacchino o altri personaggi sacri. La particolare iconografia è detta anche Sant’Anna Metterza, allusione alla posizione occupata dalla santa, letteralmente “messa terza”, dopo Cristo Bambino e la Madonna. L’immagine si diffuse inizialmente soprattutto nell’arte toscana, poiché la santa era stata eletta protettrice del Comune fiorentino, in ricordo della cacciata del duca di Atene che tiranneggiava la città, avvenuta il 26 luglio, giorno di sant’Anna, del 1343.