Art e Dossier

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Art History: ricerca iconografica

Natività

Solo i Vangeli di Matteo e Luca descrivono la nascita di Gesù, ma, a causa della scarsità di particolari le narrazioni vennero ampliate con i dettagli forniti dai Vangeli apocrifi. Poiché l’imperatore Augusto aveva decretato il censimento della popolazione, Giuseppe partì dalla Galilea insieme con Maria incinta per raggiungere la città di cui era originario, Betlemme. Mentre si trovavano lì nacque Gesù che venne avvolto in fasce e posto in una mangiatoia. Non avevano infatti trovato posto in nessun altro ricovero. Un angelo del Signore si presentò a dei pastori che trascorrevano la notte all’aperto e annunciò loro l’avvento del Salvatore: questi raggiunsero la capanna per adorare il Bambino. Matteo narra anche l’episodio dei re magi, venuti dall’Oriente a portare doni a Gesù seguendo una stella cometa. La scena si svolge abitualmente in una capanna e/o davanti a una grotta, secondo le indicazioni fornite dall’apocrifo Libro di Giacomo. La capanna appare di solito in rovina poiché simboleggia l’antica legge superata dalla venuta di Cristo. La presenza del bue e dell’asinello è mutuata dall’apocrifo dello Pseudo-Matteo. Giuseppe spesso è raffigurato addormentato, mentre riceve in sogno l’avvertimento di fuggire in Egitto. Secondo le Rivelazioni di santa Brigida del 1370 il Bambino comparve accanto alla Vergine mentre questa pregava in ginocchio e con i capelli sciolti. Per questo Maria può essere raffigurata in adorazione del Bambino. Per un’altra tradizione di ambito bizantino, il parto avvenne alla presenza di una levatrice, Zebel. Avendo assistito alla miracolosa nascita del Bambino malgrado la verginità di Maria, raccontò a un’altra levatrice sua amica, Maria Salomè, l’evento divino. Non credendo questa al racconto, volle constatare di persona, ma quando cercò di toccare Maria le si seccò il braccio. Un angelo però le rivelò che toccando il Bambino sarebbe risanata e così fece. Presente anche nell’iconografia occidentale, questo soggetto, raffigurato come una vera e propria scena di parto con Maria sdraiata su un letto alla presenza di due levatrici, venne soppresso dal Concilio di Trento. Nelle Meditationes di Giovanni de’ Cauli invece la Vergine si levò durante la notte, si appoggiò a una colonna e il Bambino giacque tutto a un tratto nella paglia ai suoi piedi, senza causarle alcuna pena. La colonna compare spesso nelle scene anche come parte della capanna.