Art History: ricerca iconografica
Sebastiano
Santo martire della seconda metà del III secolo, vittima delle persecuzioni di Diocleziano (284-305). Secondo la sua leggenda agiografica risalente al V secolo e ripresa nella Legenda Aurea, era un giovane originario di Narbona, nella Francia meridionale, ma educato a Milano. Diocleziano, che si trovava ospite di Massimiano, aveva notato il bellissimo giovane e, non essendo a conoscenza della sua fede cristiana, lo aveva nominato capitano delle guardie del pretorio. Sebastiano approfittò della sua posizione per portare conforto ai confratelli perseguitati e in particolare sostenne nella fede Marco e Marcellino in attesa del martirio, convertendo con le sue parole anche molti romani e guarendo numerosi malati. L’imperatore, venuto a conoscenza di questa sua attività, lo fece arrestare e lo condannò a morte: venne legato a un albero e trafitto da frecce. Soccorso dagli angeli, si salvò e il giorno seguente tornò dall’imperatore reclamando un diverso trattamento per i cristiani. Venne allora bastonato fino alla morte e gettato in una cloaca. Apparso in sogno a santa Lucina le fece sapere dove si trovava il suo corpo e la pregò di seppellirlo ai piedi degli apostoli Pietro e Paolo. Fu inumato al cimitero di San Callisto sulla via Appia dove poi sorse la basilica a lui dedicata. Nell’alto Medioevo è raffigurato come un uomo in età avanzata, con la barba lunga e in mano la corona dei martiri, ma a partire soprattutto dal XV secolo fu privilegiata la rappresentazione del momento del martirio. Generalmente è effigiato come un giovane seminudo, legato a un albero o a una colonna, colpito da frecce e ai suoi piedi può essere posta la sua armatura. Compare sia in scene narrative, sia in dipinti devozionali dove è invocato soprattutto come protettore contro la peste, spesso accanto a Rocco, Cosma e Damiano.