Art e Dossier

Piero Morucci, nato a Roma nel 1957, è di professione chirurgo, ma si è spesso avvicinato a discipline artistiche. Gli studi musicali della chitarra classica in gioventù, il modellare figure presepiali in terracotta nello stile del settecento napoletano, unitamente ai legami di famiglia con lo scultore Bruno Liberatore, lo studio della pittura antica e contemporanea lo hanno portato a cimentarsi nel disegno e nella pittura, cercando di descrivere degli stati mentali derivanti da molteplici esperienze legate alla professione e non, quindi molto diverse tra loro, immaginando come la mente si sia adattata nel corso di anni ad input così diversi. E’ per questo che nascono delle opere che l’autore definisce Stratificazioni.
Si addensano come stratificazioni le azioni della vita.
Spesso la ragione resta incurvata, incapace di ergersi verso la luce e la verità.
Delle cose che costituiscono il mondo apprezziamo la grandezza, la moltitudine, la bellezza, e questo macrocosmo entra in noi modellando la mente attraverso la percezione delle cose sensibili, il piacere o meno che ne deriva e il conseguente giudizio.
Quale significato ha dunque il termine di stratificazione ?
L’intelletto ha la capacità di comprendere il significato dei termini. Comprende i significati dei termini quando di questi comprende la definizione. Ma ogni definizione si ottiene con riferimento a dei termini superiori, e questi si definiscono con riferimento a termini ancora più generali, fino a giungere a principi supremi ignorando i quali non si comprendono a pieno gli enti inferiori.
Le conclusioni sono elaborate dall’intelletto come uno stratificarsi di termini e proposizioni. Tali strati non sono nella mente così lineari, geometrici e sovrapposti come in un susseguirsi di files ma subiscono influenze, pressioni, spinte, condizioni, talora contraddizioni, ripiegamenti, in una continua elaborazione, spesso tormentata.
Il disegno evidenzia questa costruzione senza apparenti regole geometriche e matematiche ed è espressione materica del cercare e vedere in noi stessi la verità che ci guida e ammaestra, se le passioni e le false immagini non lo impediscono, frapponendosi, come dense nubi, tra noi e la verità.