Art History: ricerca iconografica
Francesco d’Assisi
Nato nel 1181 o nel 1182 ad Assisi, e in origine battezzato Giovanni, Francesco era figlio di un ricco mercante di stoffe, Pietro Bernardone. Trascorse una vita agiata conforme alla sua posizione sociale. Dopo aver ricevuto la chiamata divina abbandonò la casa paterna, iniziando una vita di assoluta povertà dedita all’aiuto degli altri e alla preghiera. Ben presto si unirono a lui alcuni discepoli e alla Porziuncola di Assisi si installò una piccola comunità. Il gruppo cominciò a predicare, mantenendo obbedienza all’autorità della Chiesa e un’assoluta ortodossia. La Regula prima dell’ordine venne approvata a Roma da Innocenzo III nel 1210. Dal 1212 Francesco si dedicò anche alla conversione degli infedeli, si imbarcò per la Dalmazia e poi per la Spagna; in Terrasanta incontrò il sultano che però non si lasciò convertire. Nel frattempo la comunità cresceva di numero e importanza ma si allontanava dalla regola originaria. Nel 1221 Francesco ne stese una seconda, la Regula Bullata, approvata nel 1223 da Onorio III con l’apporto però di alcune modifiche. Deluso, lasciò ogni incarico ufficiale per dedicarsi totalmente alla vita contemplativa e alla preghiera. A questi anni risale probabilmente il primo presepe a Greggio e la composizione del Cantico delle creature nel 1224. Quello stesso anno sul monte della Verna ricevette in estasi le stimmate. Morì alla Porziuncola nel 1226 e venne canonizzato due anni dopo da papa Gregorio IX. Patrono d’Italia, Francesco è sempre stato oggetto di un grandissimo culto. La sua effigie ci è stata tramandata in innumerevoli opere votive, comparse immediatamente dopo la sua morte. Gli affreschi di Assisi con le storie della vita del santo sono stati il modello per i cicli agiografici successivi. Abitualmente Francesco indossa il saio bruno o grigio dei francescani con alla vita un cordone a tre nodi, simbolo dei voti di povertà, castità, obbedienza. È raffigurato come un uomo minuto, con la barba, segno ulteriore di penitenza, oppure senza, con gli occhi sofferenti, le stimmate alle mani, ai piedi e nel costato. Altri attributi comuni sono il crocifisso, il giglio, simbolo di purezza e, dalla Controriforma, il teschio; comune è la sua rappresentazione in estasi, mentre riceve le stimmate o mentre prega.