Art History: ricerca iconografica
Apollo/Febo
Apollo è una delle dodici divinità dell'Olimpo e tra esse una delle più importanti: nacque nell'isola di Delo da Zeus/Giove e da Leto/Latona, ed è il fratello gemello di Artemide/Diana. I romani lo veneravano con il nome di Febo (che in greco significa "splendente") e fu a lungo identificato con il dio Sole. Principalmente però Apollo è considerato il dio della bellezza e dell'ordine morale, dell'arte e degli oracoli. Come padre di Asclepio/Esculapio fu anche il dio della medicina. Era venerato in numerosi luoghi ma soprattutto a Delfi, città ai piedi del Parnaso, dove sorgeva il celebre oracolo della sacerdotessa Pizia. La sua immagine è quella di un giovane sbarbato, con lineamenti quasi femminei, e con una lunga chioma bionda. I suoi attributi più comuni sono: la lira o la cetra, la corona d'alloro, l'arco e le frecce. Apollo è raffigurato in numerosi soggetti iconografici: come dio della musica e della poesia è a capo delle nove Muse, con le quali trascorre il tempo sul monte Elicona, dove scorre la fonte Ippocrene, mentre a volte essi sono sul Parnaso nei pressi della fonte Castalia; in questo ruolo di "guida delle Muse" egli è chiamato con l'appellativo di Musagète. Un altro celebre episodio, frequentemente rappresentato dagli artisti sin dall'antichità, è quello di Apollo e Marsia, narrato nelle Metamorfosi di Ovidio: il satiro Marsia osò sfidare il dio in una gara musicale, flauto contro cetra, nella quale Apollo risultò il vincitore. Come pegno, Marsia pagò questa sconfitta con la tortura e la morte, inflittagli tramite scorticatura.