Art History: Ricerca iconografica
Daniele
In ebraico significa: "Dio è giudice". Uno dei quattro grandi profeti insieme a Ezechiele, Geremia e Isaia. Il suo personaggio si trova nel Libro di Daniele, che in parte è narrazione leggendaria e in parte profezia apocalittica, dove egli è descritto come un giovane di nobile stirpe della tribù di Giuda, vissuto nel VII e VI secolo a. C. Dopo la conquista della sua patria, Daniele è portato a Babilonia dal re Nabucodonosor, insieme ai suoi compagni Anania, Misaèl e Azaria (o Sadrach, Mesach e Abdenego), e qui iniziato al servizio di corte. Daniele, che ha il dono di interpretare i sogni, viene assunto al servizio di Nabucodonosor con i suoi amici. Un sogno del sovrano, che egli ha dimenticato svegliandosi e che quindi non poté essere interpretato dai sapienti babilonesi, viene perciò interpretato da Daniele. La capacità di Daniele colpisce il re, il quale gli offre la carica di governatore, che Daniele rifiuta e che è invece assunta dai suoi amici. Egli resta però al suo servizio. Ma i compagni di Daniele, essendosi rifiutati di adorare una statua d'oro eretta da Nabucodonosor, sono condannati a morire nella fornace ardente. Ne escono incolumi, provando così l'esistenza di Dio. Il tema è tra i più antichi nell'arte cristiana. Un altro episodio diffuso nell'iconografia sacra è quello di Daniele nella fossa dei leoni: egli fu gettato nella fossa come punizione per aver disubbidito a un decreto del re persiano Ciro. Ma dopo qualche giorno, Dario stesso gli fa visita, trovandolo ancora illeso. Egli deve la salvezza a un angelo, che ha chiuso le fauci del leone. Tocca quindi agli accusatori di Daniele essere gettati nella fossa, dopodiché Ciro emana un editto affinché si onori Dio in tutto il suo regno.