Gustave Courbet: biografia
Gustave Courbet nasce il 10 giugno 1819 a Ornans, figlio di un ricco possidente. Nel 1837 entra al Collège Royal di Besançon, dove segue i corsi di Charles-Antonine Flajoulot, allievo di David. Alla fine del 1839 si trasferisce a Parigi. Sebbene nel 1841 si iscriva alla facoltà di giurisprudenza, trascorre la maggior parte del tempo al Louvre, dove studia e copia soprattutto Velázquez e Rembrandt. Nel 1844, dopo tre anni di rifiuti, Courbet è ammesso al Salon con l’Uomo col cane nero, e l’anno seguente viene accettato Il “guitarrero”. Nel settembre del 1847 ha un figlio dalla modella Virginie Binet. Appoggia i moti del 1848 che portano alla proclamazione della Seconda Repubblica. Approfittando della soppressione della giuria, espone al Salon dieci opere, tra cui La notte di Valpurga. In quel periodo frequenta la birreria Andler, ritrovo d’artisti e intellettuali, dove stringe amicizia con Champfleury, Proudhon e Baudelaire. Delle undici opere che presenta al Salon del 1849, lo Stato acquista Dopopranzo a Ornans che gli vale anche una medaglia. All’edizione del 1850-1851 invia la grande tela Sepoltura a Ornans, che scatena una violenta ondata di critiche. A ogni esposizione del Salon Courbet propone opere che fanno discutere come le Villanelle, acquistate dal conte de Morny (fratellastro di Napoleone III). Nel 1853 avviene l’incontro con il banchiere di Montpellier Alfred Bruyas, che gli acquista due tele inviate al Salon (Bagnanti – apertamente disprezzata dall’imperatrice – e Filatrice addormentata). L’anno seguente comincia a lavorare all’Atelier del pittore in vista dell’Esposizione universale del 1855, ma la giuria rifiuta l’opera, così decide di organizzare una personale che viene allestita nel Padiglione del realismo, costruito nei pressi del Salon. Nel catalogo è contenuto un vero e proprio Manifesto del realismo. Espone nuovamente nel 1857 e anche in quest’occasione una delle sue opere, Ragazze sulle rive della Senna, suscita grandi polemiche. Il riconoscimento e la fama giungono nel 1861, quando presenta al Salon cinque opere fra cui La stagione degli amori in primavera (o Combattimento di cervi). Trascorre le estati del 1865 e del 1866 sulla costa della Normandia dipingendo molte marine e diversi ritratti, fra cui Jo, donna d’Irlanda. Courbet in questi anni investe in imprese azzardate, come la costruzione del Padiglione dell’Alma (1867), per organizzare la seconda personale nella quale vengono esposti centocinquanta dipinti, disegni, sculture. Trascorre l’estate del 1869 a Etretat, in Normandia, dove dipinge la serie delle “Onde”, che verranno esposte con successo nel Salon del 1870. In settembre, dopo la sconfitta di Napoleone III a Sedan, è eletto presidente della Federazione degli artisti. A causa della sua partecipazione alla Comune (dal 16 aprile all’11 maggio 1870) e del suo discorso in favore dell’abbattimento della Colonna Vendôme, viene arrestato e condannato a sei mesi di carcere. Liberato nel marzo 1872, subisce una nuova condanna nel 1873 che gli fa scegliere l’esilio: il 23 luglio passa in Svizzera con l’aiuto di Lydie Jolicler. Muore il 31 dicembre 1877 a La Tour-de-Peiliz. Solo nel 1919 i suoi resti vengono traslati nel cimitero d’Ornans.
Gustave Courbet: le opere
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Il sogno (o l’amaca)
1844
olio su tela; 71 x 97
Winterthur (Svizzera), collezione Oskar ReinhartL’opera fu presenta al Salon del 1845 con il titolo Il sogno ma, come spesso accadde nei primi anni d’attività del pittore, fu rifiutata dalla giuria. Sembra che la modella sia da identificare con Zélie, una delle quattro sorelle minori di Courbet, più volte ritratta dall’artista. La scelta del tema, che raffigura una fanciulla addormentata su un’amaca in un bosco lussureggiante, si lega al gusto romantico del tempo, sebbene alcuni particolari, quali l’accurato studio della luce e la resa naturale della vegetazione, testimonino la ricerca di uno stile personale del giovane pittore.
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Dintorni di Ornans, al mattino
1848 circa
olio su tela; 80 x 100
Chicago, Art InstituteCourbet nasce a Ornans, nella regione della Franca Contea, al confine con la Svizzera. E’ una regione florida, ricca di vigneti e mulini. Il giovane Courbet ama molto la campagna, va spesso a caccia. Le valli della sua terra d’origine è tra i motivi ricorrenti della sua pittura. Inizia dipingendo quadri nei quali la natura è l’unica protagonista, un paesaggio silente ma pieno di forza, selvaggio, con le sue imponenti formazioni rocciose.
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Funerali a Ornans
1849
olio su tela; 313 x 664
Parigi, Musée d’OrsayIl quadro apparteneva a Juliette Courbet, che ne fece dono allo Stato nel 1881. La composizione, esposta al Salon del 1850 –1851, fu ideata e realizzata a Ornans. Questo capolavoro di Courbet ha grande importanza perché interpreta un fatto religioso calandolo nella realtà sociale del suo tempo. I personaggi sono ritratti mentre celebrano un rito cristiano, un funerale, non nella sacralità di una chiesa, ma lontano da essa. Nel dipinto assistono alla sepoltura quasi una cinquanta concittadini del pittore, identificabili con alcuni membri della famiglia, come la madre, le sorelle e il nonno del pittore, un amico dell’artista e il curato della cittadina della Franca Contea. Alcuni critici hanno voluto interpretare l’opera come un attacco anticlericale dell’artista, ma si tratta in realtà di un dipinto in accordo con l’ambiente da lui frequentato allora a Parigi, quello legato al giornale “Le salut publique”, improntato al pensiero religioso di Lamennais.
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Le villanelle
1851-1852
olio su tela; 195 x 261
New York, Metropolitan MuseumL’opera, che dà avvio a una serie di pitture dedicate alla vita femminile, fu eseguita durante l’inverno del 1851-1852. Le tre fanciulle sono le sorelle di Courbet, che interrompono la loro passeggiata per elargire l’elemosina a una giovane pastorella. L’aneddoto è ambientato nei dintorni di Ornans, anche se il luogo non è identificabile con certezza. Il quadro fu esposto al Salon del 1852, dove fu oggetto di critiche e di commenti satirici. I critici erano disturbati dalle fattezze comuni delle ragazze, dai loro abiti dimessi, quasi campagnoli, e dal ridicolo cane; disapprovavano inoltre la presenza del bestiame, e la mancanza di unità e di rispetto della prospettiva. Le villanelle furono acquistate dal potente conte de Morny, fratellastro di Napoleone III, che fu a lungo il protettore occulto di Courbet.
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Le vagliatrici di grano
1855
olio su tela; 131 x 167
Nantes, Musée des Beaux-ArtsL’opera fu acquistata dall’amministrazione comunale di Nantes nel 1861, dopo essere stata esposta al Salon del 1855. Nella fanciulla che vaglia il grano si riconosce Zoé, la sorella del pittore; la Toussaint (1977) propone inoltre di identificare in Juliette, la fanciulla seduta, e in Desiré Binet, il figlio illegittimo di Courbet, il bambino che apre la madia. Si tratta di una delle scene di vita contadina il cui l’artista più si avvicina a Millet. Contro un fondo giallo paglia, la setacciatrice voltata di spalle diventa il fulcro attorno al quale ruota tutta la composizione. Courbet le ha dato un ritmo e una vitalità sorprendenti, trasformandola in una specie di ballerina con un tamburello. Il dipinto fu tradotto in caricatura da Cham in “Le Chiarivari”.
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L’atelier del pittore
1855
olio su tela; 359 x 598
Parigi, Musée d’OrsayL’opera, rifiutata al Salon del 1855, fu esposta alla mostra che l’artista organizzò nel padiglione del realismo costruito per l’occasione. Il significato del dipinto è illustrato dal lungo titolo: “L’atelier del pittore, allegoria reale che determina una fase di sette anni della mia vita artistica”. Sul quadro esiste una lettura, scritta da Courbet all’amico Champfleury, nella quale il pittore parla dei personaggi e dei significati della composizione. Al centro della tela è l’artista, intento a dipingere un paesaggio della sua terra natale e benevolmente assistito nel suo lavoro da una figura femminile – la sua musa – che simbolegga l’energia creatrice; nella parte di destra, “la gente che vive della vita”, ovvero “la gente che mi aiuta e mi sostiene nella mia idea e partecipa alla mia azione”: sono gli amici dell’artista (Bruyas, Proudhon e Buchon, tra i personaggi in piedi; Champfleury seduto, e Baudelaire, intento alla lettura); sul lato sinistro “la gente che vive della morte”, cioè di passioni e di bisogni materiali: tra gli altri, una donna miseramente vestita che allatta il suo bambino, un ebreo che offre una stoffa, un bracconiere seduto in primo piano con ai piedi i suoi cani.
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Nudo con cane
1861-1862 (più tardi datato 1868)
olio su tela; 65 x 81
Parigi, LouvreIl quadro, che raffigura una giovane donna in atteggiamento affettuoso con il suo barboncino, evoca, quasi come in una parodia epica, una fantastica ascendenza. I nudi femminili di Tiziano sono qui rievocati nei toni ruggini e nel paesaggio idilliaco in parte nascosto dalla tenda. Ma Courbet contraddice il suo elegante predecessore insistendo su fatti materiali più prosaici: il volto e il corpo nudo della donna, infatti, non appartengono a una Venere, ma a una giovane amica dell’artista, qui raffigurata spettinata e dal corpo tozzo nelle proporzioni, particolari che rendono lontana ogni convenzione, vecchia o nuova, di bellezza ideale.
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Fanciulla che dispone dei fiori
1862
olio su tela; 110 x 135
Toledo (Ohio), Museum of AIl dipinto fu realizzato da Courbet durante il soggiorno a Saintes, dove eseguì numerosi quadri a tema floreale. Rappresenta probabilmente una giovane attrice parigina, mademoiselle Violet, la cui compagnia, nel 1862, si fermò nella regione del Saintogne, e di cui il pittore si invaghì durante il suo soggiorno al castello di Rochemont. La presenza contemporanea dei fiori e della figura femminile richiama alla memoria un genere in cui erano specializzati i pittori olandesi e fiamminghi del XVII secolo; questo tema simbolico esprimeva negli antichi maestri un omaggio all’amore, mentre i fiori delle varie stagioni raffiguravano i diversi momenti della vita amorosa. Courbet ripropone nel quadro di Toledo un’analoga simbologia, grazie forse anche all’intervento di Baudry e dell’avvocato Gaudin, suoi amici in quel periodo ed esperti di botanica.
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Marina
1865-1866
olio su tela; 54 x 64
Pasadena, Norton Simon FoundationFra il 1865 e il 1869 Courbet, come molti altri artisti prima di lui, soggiorna nel pittoresco villaggio della Normandia di Etretat, in una casa con la vista sul canale della Manica. E’ come se scoprisse il mare per la prima volta: la sua furia e la successiva calma ne fanno uno spettacolo terribile e grandioso. Il paesaggio, immune da ogni presenza umana o aneddotica, dall’atmosfera limpida e chiara, spiega l’ammirazione degli impressionisti per la luce e la nitidezza di Courbet, raggiunte con l’uso di grandi macchie di colore uniforme stese con la spatola, con tonalità smorzate su un fondo brunastro.
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Pigrizia e lussuria
1866
olio su tela; 135 x 200
Parigi, Petit PalaisIl dipinto fu eseguito nel 1866 per Khalil-Bey, ex ambasciatore turco a San Pietroburgo, che in quegli anni, a Parigi, teneva salotto all’angolo del boulevard des Italiens. L’ex ambasciatore, in seguito all’entusiastica descrizione della Venere e Psiche fattagli da Sainte-Beuve, aveva chiesto al pittore di eseguirne una copia. Con questo dipinto di vaste dimensioni Courbet s’impone sulla scena artistica come uno dei più grandi pittori della bellezza femminile. Anche se raffigura con straordinaria verità un amore saffico il quadro presenta una ricchezza cromatica degna degli antichi maestri. Allo stesso diplomatico apparteneva anche L’origine del mondo, che questi teneva celato dietro un quadro-schermo che raffigurava il portale di una roccaforte sotto la neve.
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Donna con l’onda
1868
olio su tela; 65 x 54
New York, Metropolitan Museum of ArtIl quadro è uno dei più noti nudi dipinti dall’artista negli anni Sessanta. Gran parte di questi soggetti hanno come elemento comune l’acqua rappresentata come una sorgente, un fiume oppure l’oceano. Questa fanciulla del seno florido è parte integrante del paesaggio che la circonda. La sensualità della modella è enfatizzata dalla realistica resa di alcuni particolari come la leggera peluria sotto l’ascella. Tuttavia il pittore, apostolo del realismo, dissacratore degli eroici nudi femminili della tradizione classica, non può fare a meno di attribuire alla donna un significato allegorico attraverso il titolo. Questa splendida fanciulla rappresenta allora il flutto, l’onda, il cui movimento ondulatorio è indicato dal gesto delle braccia.
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La falesia di Etretat
1869
olio su tela; 133 x 162
Parigi, Musée d’OrsayIl dipinto fu eseguito nell’estate del 1869 a Etretat, così come L’onda (o Il mare in tempesta) e ambedue inviati al Salon dell’anno successivo. I quadri sono quasi pendant, mostrando in due atti la forza drammatica della natura, e sono entrambi immagini di energia maestosa e colossale. Nella serena conseguenza della tempesta, Courbet cambia la proporzione della terra rispetto al mare e al cielo, includendo ora la più conosciuta bellezza geologica di Etretat, la cosiddetta Porte d’Aval. Tutta la furia della natura si è ora calmata. Per la prima volta utilizza una tela di vaste dimensioni per un paesaggio in cui è totalmente assente ogni traccia di vita umana o animale. L’opera rappresenta un capolavoro per la limpidezza dell’atmosfera, l’equilibrio e il ritmo.