Kazimir Severinovich Malevič: biografia
Kazimir Severinovich Malevič nasce il 26 febbraio 1878 nella città di Kiev, in Ucraina, da genitori di origine polacca. Nel 1904 studia all'Istituto di pittura scultura e architettura di Mosca, città nella quale si stabilisce dal 1907. Nei primi anni della sua carriera artistica sperimenta vari stili, influenzato da suggestioni provenienti sia dall’estero (impressionismo, cubismo e futurismo), sia dalla terra natale (tradizioni culturali e religiose, simbolismo, prime correnti d’avanguardia). Dopo la separazione con la sua prima moglie e il secondo matrimonio con Sof’ja Michailova, Malevič partecipa alle principali mostre delle avanguardie artistiche russe: nel 1910, a quella del gruppo Fante di Quadri e tra il 1911-1912 è presente, con Kandinskij, Larionov e la Goncharova, a quella dell'Associazione degli Artisti di Mosca. Nel 1912 i suoi dipinti di soggetto contadino tra neoprimitivismo e cubofuturismo sono esposti alla mostra della Coda d'asino. Il 1913 è un anno importante nell’evoluzione della sua pittura verso il suprematismo: con il compositore Mikhail Matiushjn (del quale esegue un ritratto molto rappresentativo) e con lo scrittore Alexei Kruchenykh, Malevich redige il manifesto del Primo congresso futurista e nello stesso anno disegna scene e costumi per l'opera La vittoria sul sole di Matiushjn e Kruchenykh. All'Ultima Mostra Futurista 0.10 che si tiene nel 1915 a Pietrogrado (poi Leningrado, oggi San Pietroburgo) Malevich lancia il suprematismo, presentando una serie di quadri astratto-geometrici, tra cui il famoso Quadrato nero su fondo bianco. Negli anni successivi alla rivoluzione bolscevica del 1917 (che in questa fase sostiene fortemente gli artisti dell’avanguardia con incarichi amministrativi e mostre di Stato) Malevich studia applicazioni tridimensionali del suprematismo con modellini architettonici e si dedica all’insegnamento e agli studi teorici (nel 1919, infatti, inizia l'attività di docente all'Istituto d'arte di Vitebsk, del quale diviene poco dopo direttore). In seguito alla mostra Creazione non-oggettiva e Suprematismo, dove espone una serie di monocromi, si manifestano contrasti con altri esponenti dell’avanguardia e con i costruttivisti, per cui Malevich preferirà proseguire da solo e, con i suoi allievi di Vitebsk, dà vita al gruppo suprematista Unovis. Dal 1922 al 1927 insegna all'Istituto di cultura artistica di Mosca e pubblica saggi come Dio non è stato detronizzato e Specchio suprematista. Nel 1923, dopo la morte della seconda moglie, si risposa con Natalja Andreevna Mantchenko. Nel 1927, quando dopo la morte di Lenin nel 1924 e la nuova autocrazia di Stalin l’arte stava perdendo la sua libertà per divenire uno strumento di propaganda politica, Malevich ricomincia a dipingere riprendendo alcuni elementi stilistici figurativi degli esordi ma con un atteggiamento critico, e si reca all’estero (tra la Germania e la Polonia) per diverse esposizioni. In Germania, in particolare, egli conoscerà molti artisti, come Jean Arp, Kurt Schwitters, Naum Gabo, Le Corbusier e naturalmente Walter Gropius che gli farà visitare il Bauhaus, dandogli l’occasione di pubblicare il volume Die Gegenstandslose, una raccolta di suoi scritti. Un’ultima svolta dell’arte di Malevich sarà quella del ritratto, a partire dal 1933. In quello stesso anno, si ammala di cancro e nel maggio del 1935 muore all’età di 57 anni. Le opere di Malevich furono esposte per l’ultima volta in Russia nel 1934 e nel 1935. Poi, fino al 1962, scomparvero nei depositi e solo nel 1977 furono riabilitate nelle raccolte di vari musei.
Kazimir Severinovich Malevič: le opere
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Paesaggio con casa gialla
1904 circa
olio su cartoncino; 19,2 x 29,5
San Pietroburgo, Museo di Stato RussoIn quest’opera di esordio Malevich si dimostra sensibile alla tecnica e allo stile dell’impressionismo, come rivelano i colori “a macchie” chiari e solari e la luce trasparente e vibrante di questo paesaggio, in cui si intravede una casa nascosta tra gli alberi in primo piano, i quali, in realtà, appaiono come strisce verticali di color viola pallido. Il pittore russo aveva conosciuto i quadri di Monet, conservati nella raccolta del famoso collezionista mercante di tessuti Sergej Shchukin (1854-1936), ed era rimasto colpito dalla loro intensità cromatica e luminosa che riusciva a creare volume e rilievo eliminando del tutto la profondità spaziale. Nel suo saggio del 1919 su I nuovi sistemi nell’arte Malevich scriveva: "Monet si è concentrato interamente sulla realizzazione di una pittura simile a quella che si sviluppa sulle pareti di una cattedrale". Fino al 1907 Malevich avrebbe sperimentato ampiamente la tecnica degli impressionisti fino a quando non verrà, invece, affascinato dal simbolismo.
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Relax. Alta società con cappelli a cilindro
1908
tecnica mista su cartone; 23,8 x 30,2
San Pietroburgo, Museo di Stato RussoTrenta figurine di uomini e donne elegantemente vestite sono distrubuite sull’intera superficie del quadro che sintetizza l’aspetto di un prato, dipinto senza profondità come un fondale piatto. I vestiti bianchi dei personaggi in miniatura contrastano fortemente con il colore verde del terreno. Altre macchie luminose di colore appaiono qua e là: l’arancione e il lilla sui cappelli, sulle capigliature, sugli ombrellini, sulle scarpe e sui fiori. Solo due uomini seduti sono vestiti di nero e appaiono, anch’essi come gli altri, isolati nella loro individualità senza relazione reciproca. Le figure umane sembrano, dunque, incorporee, senza tridimensionalità e senza ombre, come figurine ritagliate e incollate su un fondo ornamentale e decorativo. Lo stile del quadro è chiaramente simbolista, seppure affronti una tematica, quella dell’ozio della borghesia en plei air, tipicamente impressionista. L’atteggiamento di Malevich è leggero, ironico, spiritoso e anche critico nei confronti di una società falsamente legata alle convenzioni, come quella del bon ton: un omino, infatti, sul margine superiore della composizione, urina in modo impertinente sull’erba.
Autoritratto
1909 circaTra il 1907 e il 1909 Malevich, in piena ricerca di nuove forme espressive, realizza alcuni autoritratti. La gouache del 1909 (proveniente dalla collezione Kostakis) mostra il volto chiaro dell’artista che risalta tra il nero dei capelli (e di tutto il contorno della figura) e il rosso del fondo. La fissità del suo sguardo intenso in posizione frontale ricorda il volto di un’icona della Chiesa orientale, come quella del Cristo di Abgarus. Al di là delle suggestioni astratte e iconiche della tradizione russa, Malevich in quest’opera si immerge in un idealismo simbolista cromatico e sensuale, esaltato dal rosso dei nudi di donna in secondo piano, che sembrano arretrare dietro la figura come a sottolineare un conflitto psicologico tra la razionalità e il desiderio sessuale. Molti hanno visto in questo dettaglio, come anche nei misteriosi segni simbolici dell’abbigliamento e nello sguardo un po’ demoniaco della figura, una vicinanza alla cultura magica ed esoterica, vista nell’esaltazione dell’artista come essere distaccato dalla realtà terrena.
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Il bagnante
1910-1911
tecnica mista su carta; 105 x 69
Amsterdam, Stedelijk MuseumIn quest’opera risultano evidenti i riferimenti stilistici e formali alla violenza cromatica e alla deformazione delle figure di Matisse, seppure Malevich nel citare i riferimenti alla pittura francese delle avanguardie, quella neoprimitivista dei fauves come dei cubisti, riesce sempre a comunicare uno spirito nuovo e originale, come se volesse esprimere un altro peso dell’esistenza, legato certamente alla situazione politica e sociale russa del tutto diversa da quella di Parigi. Il Bagnante di Malevich è una figura piuttosto rozza, piatta e pesante che non conosce la leggerezza e l’eleganza di Matisse. Il colore nero che fa da contorno alla forma del corpo è troppo evidente e la distacca eccessivamente dal fondo, mentre le macchie di colore rosso, giallo, verde e bianco rendono visibile il peso corporeo. Quella di Malevich rimane, pertanto, un’interpretazione della pittura decorativa e gioiosa di Matisse. Egli dipinge, infatti, secondo una propria visione che lo porterà sempre più a esprimere se stesso.
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Il taglialegna
1912
olio su tela; 94 x 71,5
Amsterdam, Stedelijk MuseumNel medesimo stile e spirito de La raccolta delle segale anche quest’opera di Malevich del 1912 affronta la tematica del lavoro manuale del mondo contadino. Qui sembra ancora più evidente la continuità formale, per colori e per forme, tra la figura del taglialegna e lo sfondo con i tronchi d’albero, che costituiscono un’unità antiprospettica e quasi astratta. L’artista non si limita, nel citare i cubisti francesi, a scomporre e a segmentare lo spazio, ma lo appiattisce rendendolo privo di temporalità e di movimento: il taglialegna, infatti, appare come bloccato nella sua azione in una fredda rigidità. La qualità delle forme cilindriche o trapezoidali è liscia e metallica, lucida e volumetrica, e appare come dominatrice del tempo e dello spazio in un senso concettuale che neanche gli artisti dell’avanguardia parigina erano riusciti a comunicare.
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La raccolta della segale
1912
olio su tela; 72 x 74,5
Amsterdam, Stedelijk MuseumNel 1912 Malevich dall’interpretazione del fauvismo approda alla scoperta della scomposizione dello spazio e del tempo del cubofuturismo francese, che arricchisce di tematiche prese dalla tradizione russa, con le sue iconografie contadine, con le sue cromie brillanti e forme iconiche. Qui il tema del lavoro quotidiano del mondo contadino è affrontato con uno spirito primitivista e realista tipicamente russo ma anche con un formalismo che per alcuni ricorda il Picasso protocubista, per altri le immagini delle strutture “tubiste” del Léger. La composizione è totalmente occupata dai volumi cilindrici e conici delle figure e dei fasci di segale che, con evidenza metallica, giganteggiano come macchine industriali che quasi annullano l’individualità della figura umana. Questa si ripete in modo seriale e geometrica senza nessun particolare che la contraddistingue, fatta eccezione per il colore dei capelli e delle vesti.
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Donna alla fermata di un tram (Donna in un tram)
1913-1914
olio su tela; 88 x 88
Amsterdam, Stedelijk MuseumNel 1913, che rappresenta l’anno della sua definitiva svolta, Malevich cerca di arrivare alla creazione di un’arte del tutto nuova, attraverso l’accostamento “alogico” di elementi disparati. Questa tecnica, definita da lui stesso “sdvig” voleva raggiungere un effetto di inganno ottico al fine di rivelare una visione più profonda della realtà rappresentata. Nel dipinto in questione, per esempio, il vicino e il lontano sono posti sullo stesso piano e ciò che è distante appare in primo piano, così la donna invisibile del titolo (che in realtà è un uomo in bombetta) si trova contemporaneamente fuori sulla strada e dentro il tram e la visione appare doppia e contradditoria, anche per la presenza di elementi incongrui, come quello della bottiglia. Gli elementi del cubismo sintetico di Picasso, come le scritte o i numeri, gli oggetti simbolici, la piattezza della stesura del colore, sono utilizzati qui da Malevich per allontanarsi ulteriormente dal mondo oggettivo. Esiste di quest’opera un disegno preparatorio che rivela, invece, ancora degli elementi realistici e riconoscibili che poi, nel dipinto, sono progressivamente spariti.
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Un inglese a Mosca
1914
olio su tela; 88 x 57
Amsterdam, Stedelijk MuseumNella sua sperimentazione della “pittura alogica” alla ricerca di un superamento della visione oggettiva del mondo materiale, Malevich realizza nel 1914 Un inglese a Mosca in cui alcuni elementi ricorrono come citazioni di altri quadri, assumendo, nel contempo, un senso simbolico evidente come il caso del pesce, della spada e della candela interpretati da alcuni come simboli fallici. Le lettere dell’alfabeto e le scritte, invece, non sembrano alludere a un senso logico all’interno della composizione: le lettere russe in alto a destra significano “società ippica”, in basso, senza un preciso ordine: “oscuramento parziale” e forse si riferiscono ai motivi principali dell’opera Vittoria sul sole, per cui Malevich aveva disegnato i costumi e le scenografie. Il pesce bianco, inoltre, davanti alla semifigura con cappello, si ritrova anche in un’altra opera di Malevich dello stesso anno: L’aviatore, ma qui, associato all’elemento della chiesa ortodossa, della candela accesa a sua volta incrociata dall’arco della spada e a quello delle parole tronche, si può interpretare come l’immagine di una consapevole rottura con la consequenzialità logica degli oggetti, propria della cultura occidentale.
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Quadrato nero su fondo bianco
1915
olio su tela; 79,5 x 79,5
Mosca, Galleria di Stato Tret’jakovScriveva Malevich nel 1927 a proposito della sua opera che divenne poi un’icona del moderno: "Quando nel 1913, nel mio disperato tentativo di liberare l’arte dal peso del mondo degli oggetti, arrivai alla forma del quadrato ed esposi un quadro che rappresentava solo un quadrato nero su un fondo bianco, la critica, e con lei tutta l’opinione pubblica sospirò: “Tutto quello che abbiamo amato è andato perduto: ci troviamo in un deserto…Davanti a noi c’è solo un quadrato nero su fondo bianco!” Il quadrato apparve incomprensibile e pericoloso all’opinione pubblica (…) e non c’era da aspettarsi qualcosa di diverso." Così Malevich nel 1915 (anche se lui anticipa la data forse per collegare più chiaramente la genesi del dipinto agli schizzi per le scenografie della Vittoria del sole del 1913) crea la prima opera senza oggetto del moderno, contrapponendosi all’accademismo ma anche alla finalità pratica della rappresentazione dell’arte. Quest’opera, che nell'Ultima Mostra Futurista 0.10 del 1915 si trovava in alto, in posizione centrale e inclinata in avanti come un’icona religiosa, sintetizza il sentimento cosmico, vitalistico, creativo del mondo senza oggetti, al di sopra della realtà fisica, che Malevich chiamerà “suprematismo”.
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Senza titolo (Suprematismo)
1915
olio su tela
San Pietroburgo, Museo di Stato RussoIl suprematismo di Malevich e la sua tendenza all’astrattismo che, intorno al 1915, trova il suo sviluppo più pieno, nasce da un atteggiamento di meditazione filosofica sulla realtà e sui suoi rapporti dinamici, piuttosto che da un’esigenza spirituale e lirica come era per Kandinskij o da una di ricerca di armonia razionale tipica di Mondrian. In questa come in altre composizione astratte del 1915 un elemento costante è la presenza di forme geometriche colorate in relazione tra loro su un fondo bianco. Una chiara idea di movimento è contenuta nella sospensione spaziale e pluridirezionale delle superfici monocrome, che a volte si sovrappongono e si intersecano come ali di un velivolo. Il tema del volo è considerato centrale nella poetica dell’artista russo e ricondotto all’esperienza dello spettacolo Vittoria sul sole e alla sua costante ricerca di uno spazio altro diverso da quello terreno e di un mondo di immagini non oggettivo. Suprematismo, per Malevich, significa sentimento cosmico, ritmo vitale. Nel 1922 scrive: "Il suprematismo ha rivelato nella rappresentazione del movimento la causa di tutte le cause. In tal modo tutto ciò che noi chiamiamo materia e forma di una superficie è un movimento prodotto dall’energia vitale".
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Pittura suprematista (Quadrilatero giallo)
1917
olio su tela
Amsterdam, Stedelijk MuseumDopo la mostra futurista del 1915, Malevich continua la sua ricerca sul monocromo e sul suprematismo cosiddetto “statico” (quello “dinamico” può considerarsi quello dei quadri a più elementi compositivi) che lo porterà al Bianco sul bianco del 1918. In questa composizione la forma non possiede la severità geometrica dei quadrati rossi o neri, realizzati dal 1913 al 1915 circa; il lato destro del quadrilatero giallo presenta una sfumatura del colore inedita nelle opere precedenti, che interrompe l’armonia rettilinea con un effetto di sospensione, di illusione astrale o di corpo planetario. Il colore pastello si schiarisce fino a fondersi con il bianco del fondo, creando una percezione profonda e meditativa che si avvicina a un’idea del “nulla” molto simile a quella dello scrittore russo Gleb Ivanovich Uspenskij: "Il senso dell’infinito è la prima prova e la più terribile prima dell’iniziazione; nulla esiste. Una piccola miserabile anima si sente sospesa in un vuoto infinito. Poi anche il vuoto scompare e c’è solo infinito, una costante e continua divisione e soluzione di ogni cosa".
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Premonizione complessa (Torso in un camice giallo)
1930 circa
olio su tela; 99 x 79
San Pietroburgo, Museo di Stato RussoGli ultimi anni di vita di Malevich (che coincidono con l’avvento di Stalin al potere) sono caratterizzati da un ritorno alla pittura figurativa che, seppure concide con una ripresa di interesse per i fenomeni neofigurativi del generale “ritorno all’ordine” europeo degli anni Venti e Trenta e con le esperienze del surrealismo e della Metafisica di De Chirico, rientra, in realtà, ancora nell’idea suprematista, anche se trasferita in immagini che hanno recuperato, in parte, una riconoscibilità oggettiva. La disposizione isolata, il senso di vuoto e solitudine e l’immobilità schematica del personaggio-manichino e dello sfondo stilizzato in strisce variopinte e in un’architettura nuda e geometrica, creano un’atmosfera sospesa e malinconica e tutta la produzione di questo periodo sarà segnata da una vena pessimista e austera. I temi della politica staliniana, dei contadini e dei paesaggi realizzati con intento realista, edificante e celebrativo, verranno trasfigurati e ribaltati da Malevich attraverso una poetica desolante e una visione critica e severa.