Claude Monet: biografia
Oscar-Claude Monet nasce a Parigi nel 1840 ma trascorre l’infanzia a Le Havre. Si rivela abile nella caricatura, ma il pittore Eugène Boudin lo convince a dedicarsi alla pittura di paesaggio. A Parigi dal 1859, s’iscrive all’Académie Suisse, e inizia a frequentare la Brasserie des Martyrs, luogo d’incontro di artisti e intellettuali. Nel 1860 è coscritto e parte per l’Algeria. Nel 1862, tornato a Parigi, conosce Sisley, Renoir e Bazille. E’ decisivo poi l’incontro con Courbet, di cui studia la tecnica pittorica. Nel 1865 espone per la prima volta al Salon con successo. Nel 1869 dipinge La Grenouillère, il suo primo quadro pienamente impressionista. Nel 1870, allo scoppio della guerra franco-prussiana, si trasferisce a Londra. Tornato in Francia, assillato dalle difficoltà economiche si trasferisce ad Argenteuil; qui nel 1873 dipinge Impressione, sole nascente: il dipinto, esposto nel 1874 alla prima mostra impressionista, allestita a Parigi nello studio del fotografo Nadar, darà il nome al nuovo movimento artistico. Nel 1879 muore la moglie Camille, modella di tante sue opere. Le mostre a cui partecipa negli anni Ottanta – a New York da Durand-Ruel nel 1886 e a Parigi nella galleria Georges Petit nel 1889 - sanciscono definitivamente la sua notorietà. Dal 1883 va a vivere a Giverny con Alice Hoschedé, che sposerà nel 1892. Degli anni Novanta sono i cicli delle Cattedrali di Rouen e quelli dedicati alle Ninfee, opere in cui la materializzazione del soggetto anticipa le ricerche dell’astrattismo. Gli ultimi anni della sua vita sono segnati da una grave malattia agli occhi; muore quasi cieco nel 1926, a Giverny.
Claude Monet: le opere
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Colazione sull'erba
1865
olio su tela; 410 x 367
Parigi, Musée d'OrsayDopo aver visto nel 1863, al Salon des Refusés, la Colazione sull'erba di Manet, Monet pensò di dipingere a sua volta una grande composizione analoga, ambientandola nei boschi di Chailly, per la quale posarono esclusivamente Camille Doncieux e Frédéric Bazille (secondo alcuni, è però riconoscibile anche Courbet). Le critiche di Courbet scoraggiarono però l'artista, che abbandonò il lavoro lasciando la tela in pegno alla pensione di Chally dove aveva soggiornato. Recuperatala anni dopo, era ormai rovinata, e poté salvare solo un pannello e la parte centrale, che conserverà gelosamente a Giverny nel suo studio.
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Jardin de l'Infante
1866
olio su tela; 91 x 62
Oberlint (Ohio), Allen Memorial Art MuseumDipinta dal balcone orientale del Louvre, questa veduta coniuga la precisione del punto di vista caratteristica dei paesaggi di Corot con un inedito senso fluido della pennellata. Fu acquistata dal mercante d'arte Latouche, e la sua esposizione suscitò aspre critiche da parte di Daumier. Sono però gli anni in cui Monet comincia ad essere accettato ai Salon, e si lega con Emile Zola, che tanto contribuirà come critico all'affermazione dell'amico.
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La Grenouillère
1869
olio su tela ; 79 x 99
New York, Metropolitan MuseumLa collaborazione tra Monet e Renoir li portò a realizzare gomito a gomito uno studio sui riflessi d'acqua all'imbarcadero del ristorante della Grenouillère sulla Senna, nei pressi di Bougival (il dipinto di Renoir è conservato al Nationalmuseum di Stoccolma). Questa viene ora considerata dalla critica la prima opera compiutamente impressionista dipinta da Monet
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Impressione, sole nascente
1872
olio su tela; 48 x 63
Parigi, Musée MarmottanEsposto il 25 aprile 1874 nello studio del fotografo parigino Nadar, alla mostra che segna il debutto del gruppo impressionista, sarà l'occasione di un polemico articolo di Louis Leroy sullo "Charivari", che battezzerà la nuova pittura come impressionista riferendosi al titolo del quadro. La scena rappresenta l'uscita dei pescherecci all'alba nel porto di Le Havre.
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Papaveri ad Argenteuil
1873
olio su tela; 50 x 65
Parigi, Musée d'OrsayFu esposto nel 1874 alla prima mostra impressionista nello studio parigino del fotografo Nadar, e ritrae Camille (la compagna di Monet) nelle campagne presso Argenteuil, dove i due vivevano dal 1871, in una casa trovata loro da Manet, e dove il pittore lavorava spesso assieme a Renoir, allestendo anche un barcone come studio galleggiante. E' uno dei dipinti che trasformeranno Monet in un capofila del nuovo movimento.
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Ponte ad Argenteuil
1874
olio su tela; 60 x 80
Washington, National GalleryE' ad Argenteuil che, mentre elabora quelli che saranno i caratteri dominanti della sua poetica impressionista, Monet inizia a studiare i propri soggetti nelle diverse ore e condizioni atmosferiche, per cogliere tutte le sfumature e le vibrazioni della luminosità. L'acqua sarà in questo senso un soggetto privilegiato, tanto che si farà costruire un battello coperto da usare come studio galleggiante.
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Treno nella neve
1875
olio su tela; 59 x 78
Parigi, Musée MarmottanCronologicamente questo dipinto precede di due anni la serie della Gare Saint-Lazare, e coniuga l'attrazione per le visioni di condizioni atmosferiche particolari con l'interesse per l'iconografia della "vita moderna" che pochi anni prima il poeta Baudelaire aveva giudicato indispensabile per un artista dei suoi tempi. Lo acquistò direttamente dall'artista il medico Georges de Bellio, appassionato sostenitore degli impressionisti, e rimase di proprietà della sua famiglia finché la figlia non lo destinò con un legato allo stato francese.
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Camille Monet in costume giapponese
1876
olio su tela; 231 x 142
Boston, Museum of Fine ArtsE' considerata un'opera stilisticamente anomala, nella quale le connotazioni di stile tipicamente impressioniste sono messe in secondo piano rispetto alle concessioni alla moda delle giapponeserie allora in voga tra gli artisti europei. Lo stesso Monet, nel 1918, avrebbe ricordato "La giapponese" come "un capriccio". Il dipinto era considerato come pendant di un altro ritratto della moglie Camille (Camille in verde, del 1866, ora alla Kunsthalle di Brema), del quale ripete le dimensioni. Fu esposto alla mostra degli impressionisti del 1876.
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Gare Saint-Lazare
1877
olio su tela
Parigi, Musée d'OrsayE' il risultato di una serie di studi realizzati in polemica con un critico che, di fronte ai suoi paesaggi invernali, aveva definito la nebbia un tema inadatto alla pittura. Monet sceglie allora una stazione come soggetto, dove la nebbia si ispessiva addirittura per il fumo. Ottenne così l'autorizzazione a lavorare dentro la stazione est di Parigi e realizzò una serie di tele che saranno acquistate da Durand-Ruel, e di cui sette saranno esposte nello stesso anno alla terza mostra degli impressionisti.
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Rue Montorgueil, la festa del 30 giugno 1878
1878
olio su tela;76 x 52
Rouen, Musée des Beaux ArtsCome racconta lo stesso Monet, l'idea del quadro nacque improvvisamente, traversando la via nel cuore di Parigi imbandierata per la festa che celebrava il trionfo dell’Esposizione Universale. Cercò quindi un punto d’osservazione, ottenendo ospitalità su un balcone ai piani alti, e si mise immediatamente a dipingere. Una veduta analoga fu realizzata anche da Manet nel suo studio di Rue Mosnier, a riprova dell'interesse impressionista per il variopinto panorama urbano.
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Donna con parasole
1886
olio su tela; 131 x 88
Parigi, Musée d'OrsayPendant di un altro dipinto con lo stesso soggetto e delle stesse misure (entrambi realizzati nello stesso periodo). Monet riprende un tema già trattato anni prima ritraendo la prima moglie (stavolta invece la modella è Blanche Hoschedé, figlia della seconda moglie). Appartengono al periodo in cui, dopo una serie di partecipazioni a mostre prestigiose internazionali dove presenta panoramiche complessive sulla propria ricerca, sostenuto da galleristi importanti, Monet conosce finalmente la serenità economica.
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Barca a Giverny
1887
olio su tela; 98 x 131
Parigi, Musée d'OrsayMonet scrisse in quegli anni al critico Geffroy di essersi dedicato alla pittura di "cose impossibili", riferendosi anche alla serie di dipinti con barche che percorrono l'Epte, fiume che scorre presso Giverny. La resa cromatica dei riflessi sulle onde, della trasparenza delle acque e dell'opacità della materia subacquea, annuncia la dissoluzione dei valori pittorici impressionisti che caratterizzerà l'attività tarda di Monet.
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Covoni alla fine dell'estate
1890-1891
olio su tela; 60 x 100
Parigi, Musée d'OrsayMonet, nel suo studio ossessivo degli effetti della luce sugli oggetti nelle diverse ore e condizioni atmosferiche, realizza anche due serie di dipinti (la prima nel 1888, la seconda, cui questo quadro appartiene, nel 1890) dedicate ai covoni di fieno che vedeva affacciandosi dalla finestra della casa di Giverny. E' proprio vedendo all'improvviso la riproduzione di uno dei "covoni" di Monet, casualmente capovolta, che una ventina d’anni dopo il pittore russo Kandinskij avrebbe 'scoperto' l'intensità poetica della pittura astratta, secondo quanto racconta in un testo autobiografico.
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Pioppi
1891
olio su tela; 79 x 81
New York, Metropolitan Museum of ArtMonet si dedicò alla serie dei pioppi a partire dal 1890, quando si accentuò sempre di più il suo interesse per la ripetizione dei soggetti nelle diverse ore del giorno e condizioni di luce. Rimase molto impressionato da un gruppo di questi alberi in riva all'Epte e, saputo che stavano per essere tagliati e venduti all'asta, dopo essersi rivolto senza successo al sindaco, ottenne che il compratore, dietro compenso, tenesse ferma l'offerta fino a che lui non avesse completato i suoi dipinti.
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Portale, armonia in blu
1893-1894
olio su tela; 91 x 65
Parigi, Musée d'OrsayNel 1895 Monet espose da Durand-Ruel venti tele della serie della Cattedrale di Rouen, selezionate tra le oltre cinquanta dipinte sullo stesso soggetto tra 1892 e 1893. I dipinti suscitarono vivissima ammirazione, specialmente da parte di Clemenceau, uomo politico di primo piano in Francia, estimatore di Monet (fu lui a volere l'acquisizione statale delle Ninfee dell'Orangerie). Forse la pittura delle serie (covoni, cattedrali, ninfee) dei suoi anni tardi è il lascito più fecondo di Monet all'arte del XX secolo.
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Lo stagno delle ninfee, armonia in verde
1899
olio su tela; 89 x 93
Parigi, Musée d'OrsayNel 1889 Monet rimane affascinato da un pastello di Berthe Morisot mostratogli dal poeta Mallarmé, destinato ad illustrare il suo poemetto La ninfea bianca. Da allora i fiori acquatici d’origine giapponese diventeranno una presenza costante nella sua pittura, osservati continuamente nello stagno del giardino di Giverny. In questo dipinto si vede anche il ponte in stile giapponese che l'artista aveva fatto costruire sullo stagno, ulteriore omaggio a una moda culturale le cui suggestioni lo avevano accompagnato per tutta la sua vita artistica.
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Ponte a Charing Cross, il Tamigi
1903
olio su tela; 65 x 81
Collezione privataE' uno dei dipinti ispirati dalle suggestioni dell'inverno londinese. Presentato nel 1904 alla galleria di Durand-Ruel, fu acquistato da Bernheim. Monet avrebbe continuato per qualche anno ancora a realizzare dipinti basati sugli studi che aveva riportato dall'Inghilterra, a riprova del fascino che avvertiva nei paesaggi invernali di Londra.
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Il Parlamento di Londra
1904
olio su tela; 81 x 92
Parigi, Musée d'OrsayTra il 1900 e il 1903 Monet trascorre gli inverni a Londra, affascinato dalla visione del Tamigi nebbioso (come già dalla stazione di Saint-Lazare). Nel 1904 espone trentasette vedute del Tamigi da Durand-Ruel, realizzate a Giverny rielaborando la nutrita serie di studi eseguiti durante i soggiorni inglesi. In una lettera al gallerista racconta come portasse avanti contemporaneamente tutti i quadri della serie, scegliendo via via dagli studi che teneva intorno a sé i particolari che gli parevano più adatti.
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Ninfee
1904
olio su tela; 89 x 92
Denver (Colorado), Art MuseumFu esposto alla mostra da Durand-Ruel nel 1909. Dal 1902 Monet stava pensando di realizzare un ciclo di dipinti ispirati allo stagno di Giverny, ma fu proprio mentre preparava questa mostra che concepì la futura decorazione oggi conservata al Museo parigino dell'Orangerie (fortemente voluta da Clemenceau, che di Monet fu amico e sostenitore, e inaugurata nel 1927, dopo la sua morte), per la quale fece costruire appositamente un nuovo studio.
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Il Palazzo Ducale
1908
olio su tela; 79 x 92
Collezione privataMonet si recò due volte a Venezia (1908 e 1909), e lavorò sui soggetti veneziani fino al 1912, insoddisfatto dei risultati poiché doveva lavorare a memoria (la perdita progressiva della vista gli impediva di viaggiare da solo). A proposito del Palazzo Ducale, dichiarò a un critico: "L'artista che progettò questo palazzo fu il primo degli impressionisti. (...) Venezia è l'impressionismo in pietra". Nel 1912 ventinove dipinti di soggetto veneziano furono presentati in una mostra alla galleria Bernheim-Jeune.
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Casa dell'artista, veduta dal giardino delle rose
1922-1924
olio su tela; 89 x 92
Parigi, Musée MarmottanE' una veduta della casa del piccolo paese di Giverny, dove viveva dal 1883, che ricorrerà continuamente nei soggetti dei suoi quadri, e dove, col passare del tempo, finirà per richiudersi di fronte all'incalzare della vecchiaia. Questo dipinto risale agli anni in cui rischiò di perdere la vista per i disturbi alla cataratta, e si dedicò a un’intensa attività pittorica all'aperto, terrorizzato dalla possibilità di rimanere definitivamente cieco.