Art History: Ricerca iconografica
Vittore
Una tradizione milanese (riportata da sant’Ambrogio) riferisce del martirio per decapitazione del soldato Vittore e dei compagni Nabore e Felice, che in tempo di persecuzione (III secolo) avrebbero rifiutato di combattere, in nome della fede cristiana. I tre sarebbero stati originari della Mauritania, mentre il loro martirio sarebbe avvenuto a Lodi e i corpi portati a Milano. Le Passiones più tarde distingueranno le agiografie dei tre santi, differenziando il loro culto in diversi luoghi in ragione della localizzazione delle reliquie. La fortuna agiografica del culto di Vittore di Milano fu connessa alla valenza trionfale del suo nome e alla sua appartenenza al santorale “ambrosiano” (e al prestigio della sede ecclesiastica milanese), destinato a una veloce diffusione dal Nord al Centro Italia tra età tardo antica e alto Medioevo. A causa, dunque, del ruolo trainante allora sostenuto dal comune milanese nella difesa delle autonomie locali, ritroviamo san Vittore tra i patroni della città di Siena, dove, intorno alla metà del secolo XIII, viene annoverato tra i martiri protettori della città. Dalla Maestà di Duccio a quella di Simone Martini, Vittore è rappresentato come un cavaliere di mezza età con barba, capelli scuri e con in mano una croce. Regge, talvolta, anche una spada e una palma del martirio. In età umanistica, invece, la sua tipologia più ricorrente è quella del guerriero romano difensore della libertà repubblicana.