Art History: Ricerca iconografica
Nicola da Bari
La vita di san Nicola è avvolta nella leggenda. Si narra che egli, ancora bambino, si rifiutasse di bere il latte nei giorni consacrati al digiuno, dimostrando i primi segni di una vocazione precoce. Vissuto probabilmente tra IV e V secolo, fu vescovo di Myra in Asia Minore dove fu sepolto. La fama della sua santità e dei suoi poteri taumaturgici si diffuse velocemente in tutto l’Oriente cristiano. Nel 1087, a causa della distruzione della città per mano dei musulmani, le sue spoglie furono trasferite nella cattedrale di Bari o, secondo una diversa tradizione agiografica, nella chiesa veneziana di San Nicolò al Lido. Tra i santi più venerati della cristianità, Nicola è il protettore delle fanciulle da marito in virtù di uno degli episodi della sua leggenda, dove si narra di come egli avesse salvato dalla cattiva sorte tre fanciulle troppo povere per trovare marito. Il santo si recò per tre notti nell’umile casa lasciandovi ogni volta una palla (o un sacco) d’oro zecchino: la magica dote permise alle fanciulle di sposarsi e al padre di recedere dall’intento di prostituirle. Le tre palle d’oro sono, per questo, attributo del santo, altrimenti caratterizzato unicamente dall’abito e dalle insegne vescovili. Nel miracolo del grano, invece, il santo moltiplicò prodigiosamente la quantità delle derrate giunte al porto di Myra e destinate ai granai imperiali, così da poter distribuire cibo ai poveri, vittime di una terribile carestia. In altri celebri episodi Nicola salva tre uomini condannati ingiustamente a morte, resuscita tre fanciulli gettati in tre botti di salamoia. San Nicola, in quanto protettore delle imbarcazioni in navigazione, era venerato dai mercanti che lo invocavano per portare a buon fine il trasporto delle merci attraverso il Mediterraneo. Il mare e i suoi pericoli fanno, infatti, da sfondo al miracolo del calice d’oro, racconto esemplare contro la cupidigia, così come all’episodio del santo che placa la tempesta mettendo in salvo un intero equipaggio.