Art e Dossier

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Art History: Ricerca iconografica

Presentazione al tempio

L’episodio della Presentazione di Gesù al tempio di Gerusalemme è narrato sia nel Vangelo di Luca, sia nei Vangeli apocrifi. Secondo la religione ebraica i primogeniti, dopo essere stati circoncisi, devono essere portati al tempio per ricevere la benedizione del sommo sacerdote. Il rito prevede il pagamento di una somma di denaro con la quale si riscatta simbolicamente la morte del nuovo nato, altrimenti destinato a essere sacrificato. L’usanza affonda le sue radici nell’episodio biblico della decima piaga d’Egitto, durante la quale erano stati miracolosamente risparmiati i neonati ebrei, mentre erano morti tutti i figli degli egiziani. San Giuseppe è per questo a volte ritratto nell’atto di consegnare cinque sicli d’argento al sacerdote. Ma lo stesso padre putativo di Gesù, o più di rado la Madonna o una sua ancella, offre invece due colombe o tortore, che venivano sacrificate in occasione della rituale purificazione della puerpera quaranta giorni dopo il parto. L’evento prevedeva una processione nella quale si portavano ceri e pani benedetti. La festa, accolta dalla Chiesa cattolica tra le ricorrenze mariane, venne per questo detta Candelora. Nell’iconografia i due momenti sono fusi in un’unica scena che si svolge intorno all’altare all’interno di un luogo sacro spesso ricostruito di fantasia sotto forma del presbiterio di una chiesa. Tra i personaggi principali costante è la figura del vecchio Simeone, il sommo sacerdote cui la Vergine affida il Bambino. Tra gli astanti compare sempre anche un’anziana donna in abiti monacali: si tratta della profetessa Anna, la vedova inserviente del tempio che riconobbe in Cristo il Salvatore.