Masaccio: biografia
Masaccio (Tommaso di ser Giovanni Cassai), nato alla fine del 1401 a San Giovanni Valdarno, si trasferisce a Firenze nel 1417 e nel 1422 risulta iscritto all’Arte dei medici e degli speziali. A questo stesso anno risale il Trittico di san Giovenale per la chiesa di San Pietro a Cascia di Regello. Nel 1424 Masaccio si iscrive alla compagnia di San Luca; realizza con Masolino la Madonna col Bambino e sant’Anna. Il sodalizio tra i due artisti continua negli affreschi della cappella Brancacci in Santa Maria del Carmine. Nel 1426 il notaio Giovanni di Colino degli Scarsi gli commissiona un polittico per la chiesa del Carmine di Pisa, oggi smembrato. L’affresco con la Trinità nella chiesa di Santa Maria Novella a Firenze, che suggerisce nella finzione pittorica uno spazio reale, segna la più lucida realizzazione in pittura della prospettiva brunelleschiana. Intorno al 1428 Masaccio raggiunge Masolino a Roma, con cui lavora al Trittico della neve destinato alla basilica di Santa Maria Maggiore e alla decorazione della cappella del cardinale Branda Castiglione in San Clemente. La morte avviene nello stesso 1428, durante un’estate particolarmente insalubre che causò il decesso di migliaia di morti.
Masaccio: le opere
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Trittico di San Giovenale
1422
tempera su tavola; 88 x 44 (laterali), 108 x 65 (parte centrale) x 88 x 44 (sides), 108 x 65 (central part)
Cascia di Reggello (Firenze), San PietroScoperto nel 1961 da Luciano Berti, questo polittico, conservato nella chiesetta di campagna di San Giovenale a Cascia di Reggello, è da considerarsi l'opera più antica di Masaccio. Se nella composizione tradisce una certa convenzionalità che lo avvicina ai numerosi polittici dell'epoca, nell'impianto spaziale del pannello centrale si nota l'avvio di un percorso autonomo, incentrato sulla ricerca di una più consapevole distribuzione dei volumi; per questo si ritiene che il riquadro centrale sia stato eseguito per ultimo, tradendo una riflessione più matura sull'esperienza di Giotto, rispetto ai pannelli laterali, dalla linea più sinuosa e dall'effetto più "piatto". A sinistra della Maestà sono raffigurati i santi Bartolomeo e Biagio, nel pannello di destra sono i santi Giovenale e Antonio abate.
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Ritratto di giovane
1423-1425
tempera su tavola; 41 x 30
Boston, Isabella Stewart Gardner MuseumConsiderata autografa, anche se vi sono ancora dei dubbi, questa tavola risponde al nuovo gusto per il ritratto, inauguratosi all'epoca sulla scia di un'altra opera di Masaccio, oggi perduta, la Sagra, dipinta in una lunetta del primo chiostro del Carmine (rifatto fra il 1597 e il 1614), in cui era rappresentata la consacrazione della chiesa nel 1422 al cospetto dei nobili fiorentini, evento al quale forse lo stesso pittore partecipò. La documentazione puntuale della cerimonia e delle presenze, secondo quanto riportato dalle fonti e da Vasari in particolare, dovette avere una gran fortuna all'epoca, stimolando l'interesse per i soggetti contemporanei, fra cui il ritratto delle personalità del tempo.
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Madonna col bambino e sant’Anna
1424-1425?
tempera su tavola; 175 x 103
Firenze, UffiziRitenuta fino al nostro secolo opera del solo Masaccio, la tavola è oggi concordemente ascrivibile alla collaborazione fra il pittore e Masolino, anche se pure in questo caso non esiste una documentazione sufficiente. A Roberto Longhi si deve l’assegnazione delle figure alla mano dell’uno o dell’altro pittore: a Masaccio spetterebbero la Madonna col Bambino e l’angelo reggicortina di destra, con un forte accento sul valore spaziale che discende da Giotto, mentre Masolino avrebbe eseguito la Sant’Anna e gli altri quattro angeli.
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Cappella Brancacci, parete sinistra
1424-1425
affresco
Firenze, chiesa del Carmine, cappella BrancacciNella cappella Brancacci si è espresso il sodalizio artistico fra Masaccio e Masolino da Panicale, dando luogo a non poche discussioni circa il tipo di rapporto professionale e le circostanze dell'incarico. Quello che tuttavia appare certo è che questo ciclo con le Storie di san Pietro è unitario, e il programma iconografico esprime con coerenza la riunificazione della Chiesa occidentale professata dall'ordine dei Carmelitani. Il ciclo fu commissionato da Felice Brancacci, mercante di sete, che ricoprì diverse cariche pubbliche. Oltre alla scena con il Tributo è di notevole interesse il riquadro con la Cacciata di Adamo ed Eva, che denota l'osservazione della statuaria antica: in particolare, l'immagine di Eva riprende il tipo classico della "Venus pudica".
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Cappella Brancacci, parete destra
1424 -1425
affresco
Firenze, chiesa del Carmine, cappella BrancacciDiversamente dalla consuetudine, la cappella Brancacci presenta uno sviluppo delle scene inverso, con una lettura che parte da destra verso sinistra. Qui si trova infatti il riquadro con la Tentazione dei progenitori, eseguito da Masolino, che nell'impianto compositivo ben si accorda con il pendant della Cacciata di Masaccio. Ciò che resta ancora da chiarire è la connessione fra le storie veterotestamentarie e la famiglia Brancacci, dedita al commercio. Si ritiene che sia stato Felice Brancacci il committente, mercante che ebbe una certa fortuna sino a quando non si scontrò con la politica dei Medici meritando l'esilio, il quale tuttavia non sembra aver influito in particolar modo sulle scelte del programma iconografico.
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Il tributo, particolare
1425
affresco; 255 x 598 (intero) x 255 x 598 (whole)
Firenze, chiesa del Carmine, cappella BrancacciConsiderata dal Vasari come la "scuola del mondo", la cappella Brancacci fu studiata da generazioni di artisti. Il dipinto con Il tributo, al centro della parete sinistra, rappresenta l'apice dell'opera di Masaccio, per la straordinaria sicurezza dell'impianto compositivo che racchiude i tre momenti del pagamento dell'imposta; al centro Cristo che ordina a Pietro di prendere la moneta, l'evento miracoloso di Pietro che estrae la moneta dalla bocca del pesce (a sinistra) e il pagamento del tributo, qui rappresentato. Masaccio, nella chiara e razionale distribuzione delle masse e delle figure, ha dato un valore storico alla scena, in cui Cristo riconosce il potere temporale pagando la tassa e allo stesso tempo conferisce a Pietro il compito di eseguire la volontà divina. Nel gruppo di Cristo circondato dagli apostoli è stato visto un richiamo sia all'antichità sia al coevo gruppo di Santi eseguito dallo scultore Nanni di Banco per una nicchia della chiesa fiorentina di Orsanmichele.
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Crocefissione
1426
tempera su tavola; 83 x 63
Napoli, Museo di CapodimonteQuesto pannello costituiva in origine la cimasa del Polittico di Pisa ed è oggi noto per la violenta drammaticità della scena, giocata sul contrasto cromatico fra il giallo, il rosso e il manto azzurro della Madonna. A ciò si aggiunge il gesto disperato della Maddalena, inginocchiata, con le braccia levate al cielo, mentre il volto della Madonna tradisce tutta l’angoscia del momento. Le masse delle figure, così come il corpo di Cristo, la testa incassata nel torace, sono concepite per essere osservate dal basso.
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Storie di san Giuliano e san Nicola
1426
tempera su tavola; 22 x 62 (intero) x 22 x 62 (whole)
Berlino, Staatliche MuseenSi tratta di uno dei riquadri della predella del Polittico di Pisa, con la storia di san Giuliano l’Ospitaliere. Ispirata alla Legenda aurea di Jacopo da Varagine, la scena rappresenta il momento culminante in cui il santo, preda di una terribile profezia, assassina i genitori nel sonno. Da quel momento Giuliano spenderà la sua vita nella penitenza fino al perdono divino. Anche in questo caso Masaccio decide di suggellare l’evento drammatico con il contrasto di pochi colori; rosso, nero e giallo.
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San Pietro risana gli infermi con la sua ombra
1426-1427
affresco; 230 x 162
Firenze, chiesa del Carmine, cappella BrancacciSi tratta di una delle scene del registro inferiore della cappella, in cui si nota una notevole differenza esecutiva rispetto al registro superiore. Viene meno l'apporto di Masolino, trasferitosi alla fine del 1425 alla corte d'Ungheria, dove aveva ottenuto degli incarichi remunerativi, e lo stile di Masaccio sembra evolvere verso un nuovo naturalismo, più incline alla narrazione dei particolari. In ogni caso l'opera fu interrotta di colpo per ragioni sconosciute; forse a causa della chiamata a Roma da parte di Masolino, nel frattempo rientrato dall'Ungheria, per eseguire le commissioni papali. Il ciclo è rimasto incompiuto fino agli anni Ottanta del Quattrocento, quando intervenne Filippino Lippi.
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Resurrezione del figlio di Teofilo e san Pietro in cattedra
1427-1428 / 1484-1485
affresco; 230 x 598
Firenze, chiesa del Carmine, cappella BrancacciQuesto riquadro testimonia in maniera efficace il cambiamento di Masaccio verso una diversa attenzione alla realtà e ai suoi particolari. Di grande effetto risulta il fondale architettonico del palazzo del governatore di Antiochia, Teofilo, il cui figlio viene risuscitato da san Pietro, realizzato in marmo bianco e diviso da lesene, secondo i moduli del Brunelleschi e arricchito da particolari preziosi quali gli specchi di marmi colorati, ricchi di venature, che rievocano le pitture di Taddeo Gaddi. Rimasta interrotta, la scena fu ultimata da Filippino Lippi.
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La Trinità
1427-1428
affresco; 667 x 317
Firenze, Santa Maria NovellaSi tratta di una delle opere più celebri della pittura del Quattrocento, cardine nel percorso, ormai alla fase finale, di Masaccio. In questo affresco sembrano condensarsi tutti gli stimoli dell'epoca, artistici, filosofici e scientifici. Quanto sperimentato in quegli anni a Firenze da artisti come Brunelleschi e Donatello si riflette nell'opera di Masaccio, ormai concentrato sulla resa di uno spazio prospettico sul piano bidimensionale. Le figure emergono frontalmente rendendo chiaro il contenuto simbolico, cui si aggiunge l’immagine dello scheletro in primo piano come “memento mori”, riflessione sulla caducità della vita terrena.
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San Girolamo e san Giovanni Battista
1428
tempera su tavola; 114 x 55
Londra, National GallerySi tratta di uno dei sei pannelli che formavano il Trittico della neve (o Pala Colonna), eseguito da Masolino e oggi smembrato. Il trittico era stato chiesto a Masolino da un componente della famiglia Colonna per la chiesa romana di Santa Maria Maggiore. Per questa commissione Masaccio fu chiamato a Roma da Masolino. La differenza fra i due pittori si nota nell'impostazione statuaria dei due santi di Masaccio, che rievocano un cristianesimo delle origini, e quelli di Masolino dalla linea più rapida e nervosa.
Iconografia