Art e Dossier

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Art History

Tiziano: biografia

La sua educazione artistica inizia a Venezia presso la bottega dei Bellini (Gentile e poi Giovanni). Tra il 1508 e il 1509, come pittore autonomo, dipinge accanto a Giorgione le facciate del Fondaco dei Tedeschi. Intorno al 1510 è già un artista affermato e riceve commissioni per importanti pale d’altare (Pala di san Marco, Santa Maria della Salute). Nel 1511 esegue gli affreschi della Scuola del Santo a Padova. In cambio della sansaria del Fondaco dei Tedeschi, una sorta di pensione che il Consiglio dei Dieci concede agli artisti più valenti, nel 1513 offre i suoi servigi alla Serenissima, diventando il pittore ufficiale della Repubblica. Numerose sono le commissioni di opere a tema profano e dai complessi significati eseguite per la nobiltà del tempo, come il Concerto campestre ora al Louvre e Amor sacro e amor profano della Galleria Borghese. Nel 1516 comincia a lavorare per Alfonso I d’Este, che nel 1518 gli commissiona la decorazione del “camerino d’alabastro”; lo stesso anno porta a termine la pala dell’altare maggiore di Santa Maria Gloriosa dei Frari a Venezia. Seguono la Pala Pesaro (1519-1526), sempre per i Frari, e il Polittico Averoldi (1520-1522) per la chiesa bresciana dei Santi Nazaro e Celso. Richiesto dalle maggiori corti italiane, anche per la sua capacità di ritrattista, lavora a Mantova per i Gonzaga e poi per i duchi di Urbino. Nel 1542 inizia un lungo e sofferto rapporto con la famiglia del pontefice Paolo III e, tre anni dopo, si reca a Roma dove resterà fino al giugno del 1546. Dopo aver ritratto per la prima volta Carlo V in occasione della sua incoronazione (1530), diventa uno dei pittori prediletti non solo dell’imperatore ma anche di suo figlio Filippo II, futuro re di Spagna. Per anni invierà a Madrid la sua migliore produzione, lavorando in modo quasi esclusivo per gli Asburgo. Dalla metà degli anni Quaranta l’artista compie una svolta nella sua arte elaborando composizioni sempre più drammatiche e, suggestionato dal manierismo romano, dilatando plasticamente le figure. Progressivamente l’uso del colore si fa più libero e sciolto giungendo a una stesura attuata per brevi tocchi di pennello (Coronazione di spine di Monaco, 1570-1576; Supplizio di Marsia di Kromeríz, 1570-1576), alle soglie del non finito.

Per saperne di più:
Michele Polverari
La Pala Gozzi di Tiziano. La visione e la veduta
Art e Dossier, n. 30, dicembre 1988

Maurizio Calvesi,
L'Amor sacro e profano di Tiziano. Un amore per Venere e Proserpina
Art e Dossier, n. 39, ottobre 1989

 

Augusto Gentili
Cinquecento candeline. Forse
Art e Dossier, n. 47, giugno 1990

 

 

 

 

Le opere